La Corea del Nord ha attaccato duramente, lunedì, il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, per averla descritta come uno “stato canaglia”, sostenendo che le sue “dichiarazioni imprudenti” non avrebbero promosso gli interessi statunitensi. Questo segna la prima critica esplicita del paese nei confronti dell’amministrazione Trump. La reazione della Corea del Nord, che possiede armi nucleari, indica chiaramente che non è disposta a discutere o fare concessioni sui suoi programmi di armamenti, sanzionati dall’ONU, nonostante il presidente Donald Trump abbia manifestato la volontà di incontrare nuovamente il leader nordcoreano Kim Jong Un. Un portavoce del Ministero degli Affari Esteri di Pyongyang ha sottolineato che le affermazioni di Rubio dimostrano l’ostilità persistente degli Stati Uniti verso la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC). Rubio ha utilizzato il termine “stato canaglia” durante un’intervista senza chiarire a quale nazione si riferisse esattamente. Sebbene non sia raro che i funzionari statunitensi descrivano la Corea del Nord in questi termini, Trump aveva suscitato controversie il mese scorso definendola una “potenza nucleare”, un’espressione che gli Stati Uniti di solito evitano per non concederle tale riconoscimento. L’ex magnate, che ha già incontrato Kim tre volte durante il suo primo mandato, ha espresso nuovamente il desiderio di contattarlo. La settimana scorsa, Kim ha visitato un impianto per la produzione di materiale nucleare, richiedendo un potenziamento delle capacità del paese in questo ambito. Quest’anno, la Corea del Nord ha esibito diverse nuove armi, tra cui missili balistici a corto raggio, un nuovo missile ipersonico a medio raggio e missili da crociera strategici.