I raid aerei israeliani nel quadro dell’operazione militare “Muro di Ferro” hanno provocato almeno 25 morti nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, mentre è stato nominato il nuovo capo dell’esercito, Ayal Zamir e il ministro di ultradestra Smotrich chiede di “rafforzare la presa” sui territori palestinesi. Nell’area risultano anche un centinaio di case completamente distrutte.
Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, che governa piccole parti della Cisgiordania occupata, ha chiesto una sessione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite“per fornire protezione internazionale al popolo palestinese e per fare pressione sullo Stato occupante affinchè cessi i suoi gravi crimini”, si legge in un comunicato. Le immagini trasmesse dai media palestinesi hanno mostrato il momento in cui, ieri, Israele ha fatto esplodere 23 edifici nel quartiere al-Damj del campo di Jenin, noto come simbolo della resistenza durante la prima intifada del 1987 e l’invasione israeliana dell’aprile 2002. Secondo i media palestinesi locali, le forze israeliane hanno trasportato grandi quantità di esplosivo dopo aver costretto i residenti ad evacuare le loro case nei giorni precedenti. “La distruzione sistematica delle infrastrutture, come la politica di assassinii che ha portato all’uccisione di decine di cittadini, al ferimento di centinaia, alla detenzione di migliaia di persone, il terrorismo dei coloni e l’incendio delle case e delle proprietà dei cittadini, tutto ciò ha lo scopo di allontanare il popolo palestinese dalla sua terra e dalla sua patria”, afferma il governo di Abu Mazen. Il governo di Netanyahu ha dato il via libera alla cosiddetta operazione “Muro di ferro” il 21 gennaio – appena due giorni dopo l’inizio del cessate il fuoco a Gaza – contro Jenin, storico bastione della resistenza armata e roccaforte sia di Hamas che della Jihad islamica, che giorni dopo è stata estesa alle città settentrionali della Cisgiordania di Tulkarem e Tubas.
Fase 2, Netanyahu da Trump
“Hamas ha informato i mediatori, durante le comunicazioni in corso e negli incontri tenuti con i mediatori egiziani la scorsa settimana al Cairo, che siamo pronti ad avviare i negoziati per la seconda fase” ha affermato un funzionario a France Presse. “Stiamo aspettando che i mediatori diano inizio al prossimo round di negoziati” ha affermato la seconda fonte.
Ma l’obiettivo dichiarato del premier israeliano Netanyahu, che oggi avrà un incontro con il presidente Usa Donald Trump a Washington è di assicurarsi il pieno supporto degli Stati Uniti per perseguire lo “sradicamento” di Hamas. Il giornale Haaretz riferisce che il premier si sarebbe rifiutato di impegnare Israele ad adempiere ai suoi obblighi nella seconda fase dell’accordo sulla tregua, ritirandosi completamente dalla Striscia di Gaza e dal corridoio di Filadelfia, senza raggiungere questo obiettivo. L’ufficio del premier ha affermato che i negoziati sulla seconda fase inizieranno oggi con l’incontro a Washington tra Netanyahu e Steve Witkoff, inviato di Trump in Medio Oriente. Una fonte vicina alle discussioni ha affermato che l’amministrazione Trump agirà per garantire che Netanyahu porti avanti i negoziati, nonostante le sue precedenti dichiarazioni sul ritorno al combattimento al termine della prima fase dell’accordo e la sua opposizione al passaggio alla seconda fase.
Inchiesta penale su Sara Netanyahu
Intanto la procura di Stato israeliana ha aperto un’inchiesta penale nei confronti di Sara Netanyahu, moglie di Benjamin Netanyahu. La notizia dell’avvio dell’inchiesta da parte della procura israeliana è rivelata in una lettera inviata alla parlamentare dell’opposizione Naama Lazimi, che aveva chiesto l’avvio di un procedimento giudiziario nei confronti della moglie del premier israeliano. L’accusa non ha specificato il tipo di procedimento nei confronti della signora Netanyahu, che attualmente si trova negli Stati Uniti. La parlamentare laburista, Naama Lazimi, accusa la moglie di Netanyahu di intralcio a testimoni nel processo per corruzione del marito, in seguito a un’inchiesta trasmessa in televisione.