Un vero e proprio messaggio inviato a governo e Magistratura, ai ferri corti per la riforma Nordio sulla separazione delle carriere e per l’avviso di garanzia che ha colpito anche il Premier Giorgia Meloni sulla vicenda Almasri, è stato quello lanciato ieri dalla Prima Presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano. Il tutto è avvenuto a Villa Castel Pulci, a Scandicci, nel fiorentino, dove ieri si è inaugurato ieri il nuovo anno formativo 2025 della Scuola Superiore della Magistratura, alla presenza di numerose autorità istituzionali e della massima carica dello Stato, Sergio Mattarella.
Importanti dunque le parole della Cassano che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di un clima istituzionale improntato al rispetto reciproco tra i poteri dello Stato: “Mi auguro che questo patrimonio comune di valori, oggetto di approfondimento grazie all’opera sapiente e attenta della Scuola della magistratura, possa essere condiviso in un clima rinnovato, improntato al rispetto reciproco tra le varie istituzioni dello Stato, a pacatezza, equilibrio, disponibilità effettiva ad ascoltare le ragioni altrui”.
Poco dopo l’intervento di Cassano, il Presidente della Repubblica è giunto a Castel Pulci, accolto dal Governatore della Toscana Eugenio Giani e dalla Sindaca di Firenze Sara Funaro. Il Capo dello Stato ha voluto partecipare personalmente all’inaugurazione dei corsi per i Magistrati Ordinari in Tirocinio, per sottolineare con la sua presenza il valore della formazione e della preparazione della magistratura. Al termine della cerimonia, il presidente della Repubblica ha rivolto ai futuri magistrati un incoraggiamento semplice, ma significativo: “Tanti auguri e buon lavoro”.
La giurisdizione come bene di lunga durata
Tra i presenti la Presidente della Scuola Superiore della Magistratura Silvana Sciarra. Nel suo intervento ha evidenziato il ruolo fondamentale della magistratura nel contesto democratico e le sfide poste dalla modernità e dalle innovazioni tecnologiche: “Nelle democrazie che hanno raccolto il lascito del liberalismo, il sistema della giurisdizione nel suo complesso accompagna i processi democratici, ne è parte essenziale, lo è anche a fronte di sfide tecnologiche da raccogliere nel pieno rispetto dei diritti fondamentali” le sue parole, citando il giurista Alessandro Pizzorno per sottolineare come la giurisdizione rappresenti un “bene di lunga durata”. La Presidente ha poi espresso il proprio auspicio affinché tutte le componenti della magistratura possano trovare nella formazione “ulteriore energia e accresciuta consapevolezza per la cura di quel bene comune di lunga durata”. Un passaggio, questo, che evidenzia il ruolo della Scuola Superiore della Magistratura non solo nella formazione tecnica dei magistrati, ma anche nella costruzione di una coscienza collettiva consapevole del valore dell’imparzialità e dell’indipendenza del potere giudiziario.
Il rischio dell’esposizione politica
Il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli ha invece toccato un tema delicato, quello dell’eccessiva esposizione della magistratura nel dibattito politico: “La complessità del mondo attuale ha accresciuto l’esposizione politico istituzionale della magistratura per i margini teorici di incertezza che caratterizzano la sua azione di risoluzione dei conflitti” ha spiegato. Secondo Pinelli, il fenomeno non è legato a singole deviazioni, ma è una conseguenza delle trasformazioni del diritto e della crescente complessità delle questioni giuridiche che i magistrati si trovano ad affrontare: Una esposizione che deve essere superata e che può superarsi solo attraverso strumenti di riduzione della complessità” la chiosa finale.
