La Casa Bianca ha annunciato un programma di congedo retribuito per i dipendenti federali che scelgono di dimettersi entro il 6 febbraio, a condizione che non tornino in ufficio fino al 30 settembre. Questa iniziativa rappresenta un’accelerazione nella riduzione della forza lavoro federale sotto la guida del presidente Trump. L’offerta si ispira a una comunicazione di Elon Musk ai dipendenti di Twitter nel 2022 e mira a riallineare i dipendenti federali con i nuovi standard dell’amministrazione. Attualmente, solo il 6% dei lavoratori federali lavora in ufficio a tempo pieno, un dato considerato inaccettabile da un funzionario. Si stima che tra il 5% e il 10% dei dipendenti accetterà l’offerta, generando un risparmio di 100 miliardi di dollari all’anno per i contribuenti. L’offerta esclude il personale militare, postale e dei settori immigrazione e sicurezza nazionale. L’obiettivo è sostituire i dipendenti di carriera con lealisti, tornando a un sistema clientelare. L’amministrazione ha inoltre presentato un piano per riclassificare i dipendenti pubblici, facilitando il processo di licenziamento. Sharon Parrott, direttrice del Center on Budget and Policy Priorities, mette in guardia sul fatto che questo potrebbe scoraggiare i funzionari dal fornire consigli sinceri. Molti dipendenti esprimono preoccupazione per la politica di rientro e la riclassificazione. Terry Clower, economista che studia la regione della capitale presso la George Mason University, teme che queste misure possano spingere i migliori dipendenti verso il settore privato, compromettendo l’efficienza del governo. L’AFGE, il sindacato dei dipendenti federali, critica queste politiche, definendole come causa di un ambiente lavorativo tossico. La Casa Bianca afferma che solo il 6% dei dipendenti è in ufficio.
