La CIA ha dichiarato, sabato, di aver rivisto le sue precedenti valutazioni, concludendo che è probabile che il Covid-19 sia emerso da un laboratorio cinese prima di diventare una pandemia globale, pur mantenendo “scarsa fiducia” in questo giudizio. L’agenzia ha aggiunto che continuerà a valutare nuove rilevanti informazioni. Per anni, non è stato chiaro se il Covid-19 fosse stato causato da un’esposizione ad animali infetti o da un incidente in un laboratorio di ricerca in Cina. Le agenzie di intelligence USA restano divise sulle origini del virus. L’FBI e il Dipartimento dell’Energia ritengono probabile una fuga di laboratorio, mentre altre agenzie propendono per un’origine naturale. Secondo una fonte informata, la valutazione della CIA si basa su analisi di dati esistenti. L’ex direttore della CIA, William Burns, aveva chiesto agli analisti di esprimere un parere sulle origini del Covid, senza indicare una teoria specifica. Il New York Times ha riportato per primo le circostanze della nuova revisione. Il nuovo direttore, John Ratcliffe, nominato da Trump, ha approvato la declassificazione della nuova valutazione. Ratcliffe ha sempre sostenuto che il virus fosse emerso da una fuga di laboratorio. In un’intervista a Breitbart News, ha affermato di volere che la CIA prenda una posizione chiara. Ha sottolineato la necessità di affrontare la minaccia della Cina e ha criticato la CIA per non aver fatto una valutazione sulle origini del Covid per cinque anni. Il Wuhan Institute of Virology è stato oggetto di interrogativi riguardo alle sue ricerche sui coronavirus dei pipistrelli e alle presunte lacune di sicurezza. Il virus è stato rilevato per la prima volta a Wuhan nel 2019. La Cina ha accusato gli Stati Uniti di diffamazione con accuse false sulle origini del virus, sostenendo di essere stata sempre trasparente sull’epidemia.