lunedì, 27 Gennaio, 2025
Società

Il Premier in Arabia Saudita: “Santanchè? Un rinvio a giudizio non giustifica le dimissioni”

Tra il caso legato alla Ministra del Turismo, le tensioni con l’Anm sulla riforma della giustizia e la controversia Almasri, il Presidente del Consiglio affronta i temi più caldi del momento

Da Gedda, sul Mar Rosso in Arabia Saudita, dove sarà in visita ufficiale fino a oggi, Giorgia Meloni ieri non si è sottratta alle domande dei giornalisti per parlare di alcuni temi più caldi del momento, dal caso Santanchè alle proteste dell’Associazione nazionale magistrati sulla riforma Nordio passando per la controversia sul rimpatrio del cittadino libico Khaled Almasri. Caldo, caldissimo l’argomento legato alla Ministra del Turismo e il messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio è stato chiaro: “Un rinvio a giudizio non giustifica le dimissioni” della Santanché. La leader di Fratelli d’Italia ha poi aggiunto: “Incontrerò presto il Ministro e rifletteremo sulla situazione”. Dunque, è facile leggere nelle parole del Premier il principio della presunzione d’innocenza. Ma l’opposizione comunque non molla la presa e insiste nel chiedere un passo indietro della Ministra, sollevando dubbi sulla compatibilità tra il suo ruolo istituzionale e il coinvolgimento nelle vicende giudiziarie. Meloni, invece, ha tracciato una linea netta: “Non vedo alcun braccio di ferro, si tratta di rispettare le istituzioni e il loro funzionamento”.

Le tensioni con l’Anm

Un altro fronte caldo riguarda le proteste dell’Anm contro le riforme proposte dal governo in tema di giustizia. “Capisco che le proteste siano legittime”, ha detto Meloni, ma ha anche espresso rammarico per quello che ha definito un atteggiamento “apocalittico” da parte dei magistrati nei confronti di qualsiasi proposta di cambiamento. Ha quindi richiamato l’articolo 49 della Costituzione, sottolineando che le riforme sono espressione della volontà popolare, tradotta in atti legislativi attraverso i programmi di governo votati dagli elettori. “Noi stiamo facendo qualcosa di perfettamente adeguato alla Costituzione”, ha ribadito, difendendo l’operato dell’esecutivo. Meloni ha però aperto a un confronto, riconoscendo che un dialogo potrebbe portare a “punti di contatto” utili per trovare soluzioni condivise.

Il caso Almasri

Durante l’incontro a Gedda, Meloni ha affrontato anche la vicenda di Khaled Almasri, il cittadino libico al centro di un caso diplomatico internazionale. “Almasri è stato riportato in Libia per ragioni di sicurezza, ma non è stato liberato su disposizione del governo italiano”, ha chiarito il Primo Ministro: insomma, non si è tratta di una scelta dell’esecutivo. Meloni ha annunciato poi l’intenzione di chiedere chiarimenti alla Corte penale internazionale, un segnale di trasparenza verso la comunità internazionale e di tutela degli interessi nazionali.

La Nave Vespucci

Giorgia Meloni, con l’equipaggio della Nave Scuola Amerigo Vespucci

Nonostante le tensioni politiche, il Premier non ha mancato di celebrare un momento di orgoglio nazionale. Salendo a bordo della Nave Vespucci, Meloni ha definito il veliero “un simbolo di storia, sapienza, tradizione e innovazione” e “un’ambasciatrice straordinaria dell’Italia”. Il legame tra la premier e le Forze Armate emerge anche nelle sue parole rivolte all’equipaggio: “La Vespucci non è solo una nave scuola, ma una scuola di vita e di Italia, che racconta l’eccellenza delle nostre forze armate e dei valori di cui siamo portatori”.

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