Giovedì 23 gennaio, la Nasa ha commemorato, durante il tradizionale ‘Giorno della Memoria”‘ i suoi esploratori spaziali caduti. L’agenzia ha organizzato cerimonie in diverse delle sue strutture nazionali, tra cui il Kennedy Space Center in Florida e il Johnson Space Center a Houston. L’evento ha onorato le vite perse nelle tre principali tragedie spaziali della Nasa: l’incendio dell’Apollo 1 nel gennaio 1967, l’esplosione dello Space Shuttle Challenger nel gennaio 1986 e il disastro dello Space Shuttle Columbia nel febbraio 2003. “È un promemoria toccante e solenne e non possiamo permettere che il tempo ci allontani da queste tragedie e ci renda insensibili alle loro lezioni. Anche mentre ci avventuriamo in nuove, audaci imprese, dobbiamo mantenere vivo il ricordo di queste perdite – ha dichiarato il vicedirettore del Kennedy Space Center, Kelvin Manning – Dobbiamo onorare il loro sacrificio rafforzando il nostro impegno verso la sicurezza e l’eccellenza mentre le nuove generazioni di esploratori spaziali seguono le loro orme”. La NASA celebra ogni anno il Giorno della Memoria a fine gennaio, periodo in cui si sono verificati tutti e tre i disastri. L’incendio dell’Apollo 1 avvenne il 27 gennaio 1967, durante un test del modulo di comando della missione a terra nel quale persero la vita i tre astronauti Roger Chaffee, Ed White e Gus Grissom, a bordo della navicella spaziale. Il Challenger si disintegrò 73 secondi dopo il lancio, il 28 gennaio 1986, causando la morte di tutti e sette gli astronauti a bordo: Dick Scobee, Michael Smith, Judith Resnik, Ronald McNair, Ellison Onizuka, Gregory Jarvis e Christa McAuliffe, la prima insegnante nello spazio. Il Columbia si distrusse durante il rientro nell’atmosfera terrestre il 1° febbraio 2003, provocando nuovamente la morte di tutti e sette gli astronauti: Rick Husband, William McCool, Michael Anderson, David Brown, Kalpana Chawla, Laurel Clark e Ilan Ramon, il primo israeliano a raggiungere lo spazio.