“Da Napoli arriva un messaggio chiaro: i professionisti sono al servizio delle imprese, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. L’applicazione degli strumenti previsti dal nuovo ‘Codice della Crisi’ consente di affrontare e risolvere molteplici problematiche, rappresentando un’opportunità concreta per aiutare le aziende a superare situazioni di difficoltà economica.
Grazie alla composizione negoziata, l’imprenditore può mantenere il pieno controllo della propria azienda, avvalendosi del supporto di professionisti qualificati e competenti nell’utilizzo di strumenti economici efficaci. Questo approccio permette di individuare soluzioni mirate e di garantire continuità all’impresa, anche nei momenti più complessi”.
Lo ha dichiarato Matteo De Lise, presidente nazionale di Aiecc (Associazione italiana Esperti in Composizione della Crisi), nel corso del congresso “Company recovery strategy nel codice della crisi e nel Cnc: il correttivo 136/24 le prassi applicative e il diritto concorsuale europeo” nella due giorni partenopea all’hotel Excelsior.
Il ruolo dei commercialisti è stato sottolineato da Livia De Gennaro, magistrato della sezione procedure concorsuali del Tribunale di Napoli: “I professionisti rivestono un ruolo centrale nell’affiancamento dell’imprenditore per l’individuazione delle strategie che un’impresa deve adottare per uscire dal periodo di crisi economica. Gli strumenti della composizione della negoziale, il ruolo dei creditori e delle banche, fondamentali ai fini delle concessioni di finanziamento, sono tutti aspetti che vanno approfonditi per dare sostanza a questo strumento”.
Sulle novità legislative si è soffermato Eraldo Turi, numero uno dell’Odcec di Napoli: “Il commercialista è l’interprete e il fautore della risoluzione della crisi d’impresa soprattutto alla luce delle modifiche portate dal d.lgs 136/24 che ha modificato tutta l’architettura della composizione negoziata inserendo la transazione fiscale. Uno strumento che ha fatto lievitare le domande di accesso a questo strumento. E’ possibile così risolvere uno dei principali problemi dell’imprenditore, quello di non poter pagare le imposte”.
Secondo Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione Odcec di Napoli: “Il nuovo codice della crisi d’impresa è sicuramente una grande opportunità per commercialisti e imprenditori per evitare, attraverso azioni preventive, di arrivare a un punto di non ritorno. Il ruolo del commercialista, con la sua esperienza, è centrale in questo percorso affinché venga attivato fin dai primi segnali di difficoltà per evitare il default”.
Per Gianluca Battaglia, consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli: “Mai come oggi la riforma del codice della crisi pone i dottori commercialisti come professione di riferimento in questa delicata procedura. Dobbiamo intercettare questa opportunità visto che la tendenza è quella di non far fallire più le aziende ma supportarle per poterle recuperare. E chi più di noi, con le competenze che abbiamo, può riuscire in questo compito?”.
Del nuovo codice ha parlato Ilaria Pagni, ordinario di Diritto processuale civile dell’Università di Firenze: “Il codice della crisi è uno strumento nuovo che offre ai professionisti tante opportunità. L’importante è che bisogna leggerlo con attenzione senza utilizzare ‘lenti vecchie’ prese dalla legge fallimentare tenendo conto che il concetto di crisi non è nuovo ma gli strumenti, oggi, sono diversi. Servono tanta preparazione e dedizione, oltre che attenzione all’imprenditore, da parte dei commercialisti per una sana e proficua collaborazione tra loro”.