Tra critiche, proposte e visioni sul futuro, il discorso di ieri di Donald Trump al World Economic Forum (in video-collegamento) ha fatto incetta di argomenti. E, come al suo solito, ha usato parole nette, senza messe misure. Dal commercio internazionale alla geopolitica passando per il tema ambientale e le dinamiche energetiche, difatti il nuovo Presidente a stelle e strisce di certo non le ha mandate a dire, ribadendo con forza anche alcuni concetti dei giorni scorsi. A partire dal suo malcontento rispetto alle politiche commerciali europee, accusate di essere penalizzanti per l’economia degli Usa: “L’Ue ci tratta male. Faremo qualcosa per riequilibrare il nostro deficit commerciale”, ha ribadito ieri Trump che ha promesso interventi per affrontare ciò che definisce “gravi ingiustizie”, alimentando le tensioni in un contesto già caratterizzato da una crescente frammentazione tra i due lati dell’Atlantico. Non sono mancati riferimenti ai dazi, con un chiaro messaggio rivolto alle aziende: “Producete in America o preparatevi a pagare”, un monito che conferma il suo approccio protezionista.
Conflitto in Ucraina
Affrontando il tema della guerra in Ucraina, Trump ha dichiarato che Kiev sarebbe pronta a negoziare un accordo per porre fine al conflitto: “Questa guerra non sarebbe mai dovuta iniziare”, ha detto, sottolineando che le vittime sono molte più di quanto ufficialmente riportato. Ha inoltre espresso il desiderio di incontrare quanto prima Vladimir Putin, manifestando l’intenzione di promuovere un dialogo diretto per fermare quella che ha definito “un’orribile guerra”. Trump ha sorpreso molti coinvolgendo la Cina nella questione: “Pechino ha le leve per aiutare a fermare questa guerra”.
Sul fronte ambientale, il Presidente ha definito il Green Deal un “imbroglio”, sostenendo che l’industria legata alle energie rinnovabili non sia sostenibile. “Lasceremo che la gente compri le auto che vuole”, le sue parole, ribadendo la sua opposizione alle normative ambientali che considera oppressive per le industrie tradizionali. Trump ha poi difeso l’uso del carbone, definendolo una “risorsa di back-up economica e abbondante”, e ha sottolineato come gli Stati Uniti dispongano di ampie riserve di petrolio e gas. Secondo lui, il calo dei prezzi del petrolio potrebbe persino influenzare positivamente il conflitto tra Russia e Ucraina, contribuendo a una sua risoluzione.
L’agenda militare
Un altro tema centrale del discorso è stato il budget della Nato. Trump ha annunciato di voler chiedere ai membri dell’Alleanza Atlantica di incrementare la spesa per la difesa al 5% del Pil, un obiettivo ambizioso che, secondo lui, avrebbe dovuto essere fissato già anni fa. Obiettivo, una Nato più autonoma e meno dipendente dagli Stati Uniti.
Nonostante le critiche al deficit commerciale con la Cina, Trump ha parlato di un “buon rapporto” con il Presidente Xi Jinping. “Mi ha chiamato, e ci aspettiamo una relazione molto positiva. Ma vogliamo giustizia e un terreno equo”, ha sottolineato, lamentando l’enorme squilibrio ereditato dalle amministrazioni precedenti.
Trump ha colto l’occasione per ricordare il presunto ruolo cruciale degli Stati Uniti nel negoziato per la tregua a Gaza, affermando: “Senza di me, quell’accordo non sarebbe mai stato possibile”. Questa dichiarazione si inserisce in una più ampia narrativa in cui Trump rivendica il ruolo centrale degli Stati Uniti nella risoluzione dei conflitti internazionali.