I partiti di opposizione e diverse ONG hanno chiesto al governo italiano chiarimenti sul rilascio del capo della polizia giudiziaria libica. L’uomo, arrestato su mandato della Corte penale internazionale (CPI) per crimini di guerra, è Osama Najim, noto come Almasri, che gestisce il centro di detenzione di Mitiga ed è accusato da Amnesty International di gravi violazioni dei diritti umani. Fonti ministeriali italiane affermano che Najim è stato liberato per ragioni legali. Per la CPI, l’Italia lo avrebbe rilasciato “senza preavviso”. Dopo l’arresto a Torino, dove aveva assistito alla partita di calcio Juventus-Milan, Najim è stato riportato in Libia con un volo governativo italiano. Matteo Renzi ha chiesto chiarimenti al ministro della Giustizia, mentre Arturo Scotto, del PD, ha criticato la liberazione di un “boss della mafia libica”. Le ONG per i migranti, Mediterranea Saving Humans e Refugees in Libya, si sono dette “sbalordite” dal rilascio, denunciando le torture nel campo di Mitiga. Amnesty International segnala che Najim è al comando della polizia giudiziaria dal 2016 e di altre prigioni dal 2021. La Libia, frammentata dal 2011, è divisa tra governi rivali e milizie. La premier Giorgia Meloni ha firmato accordi con Tripoli per contrastare l’immigrazione illegale. L’Italia collabora da anni con le autorità libiche, offrendo supporto finanziario e tecnico alla guardia costiera libica, che intercetta i migranti diretti a campi di detenzione in condizioni disumane. Recentemente, l’Italia ha rilasciato l’iraniano Mohammad Abedini, arrestato per sospetti legati alla tecnologia dei droni, evento forse collegato alla liberazione della giornalista Cecilia Sala da Teheran.