Il capo della polizia giudiziaria libica, Najeem Osema Almasri Habish, che ricopre anche il ruolo di direttore del centro di detenzione di Mitiga situato a Tripoli, è stato liberato, nella giornata di martedì, dalle autorità italiane. L’uomo è già ritornato in Libia, suo paese d’origine, dopo essere stato arrestato a Torino, la scorsa domenica. Il funzionario era stato arrestato in seguito a un mandato emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) a causa di accuse relative al presunto trattamento disumano e brutale dei migranti all’interno del centro di detenzione. Tuttavia, la corte d’appello di Roma ha deciso di ordinare il suo rilascio a causa di un problema procedurale, che riguardava la mancata consultazione del ministro della giustizia prima di procedere con l’arresto. L’Italia ha stabilito un accordo con la Libia, che prevede di fornire supporto e assistenza alla sua guardia costiera in cambio di una cooperazione più stretta nella lotta contro gli attraversamenti illegali dei migranti. La Corte penale internazionale è un tribunale specializzato nella giurisdizione sui crimini di rilevanza internazionale, situato nella città de L’Aia, nei Paesi Bassi. Questo tribunale si occupa esclusivamente dei crimini più gravi che impegnano la comunità internazionale nel suo complesso, come il genocidio, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra e, più di recente, il crimine di aggressione. La giurisdizione della Corte è di natura complementare rispetto a quella degli Stati individuali; ciò significa che la Corte può intervenire solo nei casi in cui gli Stati non siano in grado di perseguire o non siano disposti a perseguire i responsabili dei crimini internazionali.