Il 5 gennaio 2025 l’Italia ha celebrato per la prima volta la ‘Giornata nazionale del rispetto’, un’occasione istituita nel 2024 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori del rispetto e della convivenza civile. La data scelta non è casuale: coincide con la nascita di Willy Monteiro Duarte, il giovane brutalmente assassinato a Colleferro nel 2020 mentre tentava di difendere un amico da un’aggressione. Si tratta di tributo che si pone come monito e punto di partenza per promuovere una cultura di rispetto e solidarietà, antidoti necessari contro bullismo, cyberbullismo, discriminazione e violenza. “Il rispetto è un valore universale che riguarda ogni dimensione della vita: rispetto verso sé stessi, verso gli altri e verso il pianeta”, ha affermato Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni. Questi principi, ha aggiunto il Capo dello Stato, sono alla base della democrazia e della coesione sociale. La Giornata non è solo un’occasione per riflettere sul passato, ma anche un invito a costruire un futuro in cui la solidarietà e la sostenibilità siano pilastri fondamentali.
Una visita a sorpresa
Il Presidente della Repubblica ha scelto di celebrare questa ricorrenza in un modo speciale, facendo visita alla scuola primaria e secondaria ‘Edmondo De Amicis-Leonardo Da Vinci’ di Palermo, situata nel quartiere multietnico Noce-Malaspina. La scelta non è stata casuale: a ottobre una classe della scuola era stata oggetto di insulti razzisti durante un’iniziativa culturale. Nella scuola, Mattarella si è intrattenuto con gli studenti della 5^ C, una classe multietnica che rappresenta il volto di un’Italia inclusiva e aperta. I bambini, entusiasti e tutt’altro che intimoriti, hanno rivolto domande al presidente e gli hanno consegnato alcuni doni. “Vivere insieme e dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti: insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”, ha detto il Presidente durante l’incontro con circa 300 ragazzi nell’aula magna della scuola.
L’orchestra degli studenti ha accolto il Capo dello Stato eseguendo due brani di Giuseppe Verdi: il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il celebre Va, pensiero dal Nabucco: “La musica e la cultura sono il veicolo della vita, della convivenza e della crescita personale e collettiva”, ha sottolineato Mattarella, visibilmente commosso. Il Presidente ha poi aggiunto che l’Italia, con le sue diversità culturali, rappresenta un modello di convivenza in un mondo sempre più connesso e interdipendente.
Impegno educativo
Nel suo discorso, Mattarella ha posto l’accento sul ruolo fondamentale delle famiglie, degli insegnanti e delle agenzie educative nel promuovere il valore del rispetto, soprattutto tra i giovani: “Il rispetto è segno di maturità: significa godere della propria libertà in armonia con gli altri e con sé stessi, in un contesto che garantisce diritti e responsabilità per ciascuno”, ha dichiarato. Ha poi definito il rispetto come l’antidoto contro odio, violenza e prepotenza, fenomeni che spesso si manifestano come segno di fragilità e incertezza. Rispondendo alle domande dei bambini, Mattarella ha condiviso alcuni aneddoti personali, ricordando come, da piccolo, avesse sognato di diventare medico, salvo poi scegliere una strada diversa, quella del diritto e della politica. Ha anche sottolineato quanto sia gratificante il suo impegno come Presidente della Repubblica: “Vedere le tante cose positive che gli italiani fanno per la solidarietà e la comunità mi conforta e mi dà speranza”.
La Giornata Nazionale del Rispetto vuole andare oltre le celebrazioni simboliche: si propone come un’occasione per rinnovare un impegno collettivo verso una società più giusta e inclusiva. Promuovere il rispetto significa prevenire non solo atti di bullismo e violenza, ma anche creare una base solida per una convivenza pacifica e sostenibile. Come ha ricordato Mattarella, “essere rispettosi è un esercizio di libertà”, un valore che deve essere insegnato e praticato a ogni livello della società.
Un futuro di speranza
La prima edizione della Giornata Nazionale del Rispetto ha mostrato il volto di un’Italia che crede nella forza della solidarietà e della cultura. Dai piccoli gesti quotidiani alle grandi scelte politiche, il rispetto può diventare il motore di una società più coesa e vivibile. Come ha detto il Presidente ai ragazzi di Palermo: “La ricchezza sta nel crescere insieme, nello scambiarsi opinioni e idee. Ascoltare gli altri fa crescere, e voi lo state facendo. Complimenti e auguri per il vostro futuro”.