Centinaia di sostenitori del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol sono stati arrestati dopo aver assalito un tribunale domenica mattina, rompendo finestre e penetrando all’interno dell’edificio. L’attacco, descritto come “inimmaginabile” dal leader ad interim del paese, è avvenuto in seguito all’arresto di Yoon, il primo presidente sudcoreano in carica a finire in manette, accusato di insurrezione per aver dichiarato la legge marziale il 3 dicembre. I suoi sostenitori hanno invaso il tribunale subito dopo la sentenza, sopraffacendo la polizia antisommossa. I manifestanti hanno utilizzato estintori contro le forze dell’ordine e danneggiato attrezzature e arredi. La polizia ha ripreso il controllo dopo alcune ore, arrestando 46 manifestanti e impegnandosi a perseguire ulteriori responsabili. “Il governo esprime profondo rammarico per questa violenza illegale,” ha dichiarato il presidente ad interim Choi Sang-mok, promettendo misure di sicurezza più rigorose durante le manifestazioni. Nove agenti di polizia sono rimasti feriti e circa 40 persone hanno riportato lesioni lievi. Molti partecipanti hanno trasmesso in diretta l’assalto su YouTube. Poiché Yoon ha rifiutato di essere interrogato, la corte ha prolungato la sua detenzione di 20 giorni per rischio di distruzione delle prove. Yoon è in isolamento nel centro di detenzione di Seoul. I suoi legali affermano che l’arresto è illegale per mancanza di giurisdizione. L’insurrezione potrebbe portare alla pena capitale, benché la Corea del Sud non abbia effettuato esecuzioni negli ultimi 30 anni. Il People Power Party di Yoon ha criticato l’estensione della detenzione, mentre il Partito Democratico ha accolto la decisione come un passo verso il ripristino dell’ordine. Il sostegno al PPP, inizialmente calato, è recentemente aumentato. Un sondaggio Gallup Korea mostra che ha superato il Partito Democratico in termini di consensi.