Un uomo di 30 anni è rimasto gravemente ferito ieri a Tel Aviv in seguito a un agguato definito “terroristico” dai media locali da parte di un aggressore armato di coltello. I video pubblicati online mostrano i passanti che gli intimano di fermarsi; poi un cittadino armato ha sparato all’aggressore uccidendolo. Non si hanno per il momento altri dettagli. La Polizia israeliana sta indagando sui fatti come “possibile attacco terroristico” e ha perlustrato la zona anche in elicottero in cerca di eventuali complici.
737 prigionieri per primi ostaggi Hamas
L’accordo tra Israele e Hamas, approvato anche dal governo oltre che dal gabinetto di sicurezza israeliano, prevede che in totale per i primi cinque ostaggi civili e i due bambini Bibas, vengano scarcerati 210 detenuti minori e donne palestinesi. Per le cinque soldatesse saranno liberati 150 ergastolani palestinesi e altri 100 detenuti. Per nove rapiti malati e feriti verranno rilasciati 110 ergastolani. Per 10 rapiti adulti verranno rilasciati 30 ergastolani e altri 270 detenuti. Per Mengistu e Sayed, in ostaggio da dieci anni a Gaza, verranno rilasciati 60 prigionieri e altri 47 liberati nell’accordo di Shalit del 2011 che sono stati nuovamente incarcerati. Inoltre, verranno rilasciati 1.000 palestinesi arrestati dall’8 ottobre 2023 ma che non hanno partecipato al massacro. Nella prima fase dell’accordo Israele rilascerà in tutto 737 prigionieri palestinesi in cambio dei primi ostaggi israeliani. Tra i prigionieri che saranno rilasciati spicca il nome di Zakaria Zubeidi, responsabile di diversi attacchi contro civili israeliani ed ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio armato del partito Fatah.
Gaza, almeno 123 morti
Ma non si smette di morire a Gaza. Sarebbero almeno 123 i morti, compresi 33 minori e altrettante donne, e più di 270 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato l’accordo per una tregua. Secondo la tv satellitare al-Jazeera, stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 92 persone sono state uccise a Gaza City, 19 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah, nel sud della Striscia.
Abu Mazen: “Pronto ad assumermi responsabilità nella Striscia”
Dopo l’annuncio del cessate il fuoco a Gaza, l’ufficio del presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, conferma che “si assumerà la piena responsabilità nella Striscia” e aggiunge: “Il governo palestinese ha completato tutti i preparativi e le squadre di sicurezza sono pienamente preparate a svolgere qualsiasi compito. I loro compiti sono alleviare le sofferenze del nostro popolo, riportare gli sfollati alle loro case, gestire i valichi di frontiera e ripristinare i servizi di base come acqua ed elettricità”.
Houthi rivendicano missile contro Tel Aviv
Nel frattempo gli Houthi dello Yemen hanno rivendicato il lancio di un missile balistico sabato mattina contro il ministero della difesa a Tel Aviv. “Il missile ha raggiunto il suo obiettivo con elevata precisione e i sistemi di difesa aerea non sono riusciti a intercettarlo”, hanno detto. Da parte sua l’esercito israeliano ha affermato di aver intercettato ieri pomeriggio un altro missile lanciato dallo Yemen verso il sud di Israele, alla vigilia dell’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza. “Dopo le sirene che hanno suonato poco fa nelle aree di Eilat e Arava, un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato” dall’aeronautica israeliana, ha affermato l’esercito, aggiungendo che è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano.