Dopo gli aumenti registrati durante il biennio 2020-2021, legati alle misure straordinarie di contenimento della pandemia, il settore del lavoro domestico in Italia sembra aver raggiunto una nuova stabilità. Questo è quanto emerge dal Rapporto annuale ‘Domina 2024’, che fornisce un’analisi approfondita basata sui dati dell’Inos e su un campione rappresentativo di quasi 20mila rapporti di lavoro. Attualmente, il settore coinvolge circa 834 mila lavoratrici e lavoratori regolarmente assunti e 918 mila famiglie datrici di lavoro, per un totale di oltre 1,7 milioni di soggetti censiti. Ma, considerando che il tasso di irregolarità nel settore è il più alto d’Italia (47,1%), il numero complessivo delle persone coinvolte supera i 3,3 milioni.
Il lavoro domestico è caratterizzato da una predominanza femminile (88,6%) e da una forte componente immigrata (68,9%), sebbene negli ultimi anni si sia registrato un incremento della partecipazione italiana. Tra i lavoratori stranieri, il gruppo più numeroso proviene dall’Est Europa, che rappresenta oltre un terzo del totale.
Le dinamiche demografiche
Uno dei fattori principali che influenzano il settore è il progressivo invecchiamento della popolazione, un fenomeno che sta spingendo verso una crescente domanda di servizi di cura e assistenza alla persona. La European Care Strategy, lanciata dalla Commissione europea nel 2022, ha sottolineato l’importanza di riformare i sistemi di assistenza a lungo termine nei vari Stati membri, compresa l’Italia. Nel nostro Paese, la riforma sulla non-autosufficienza approvata nel marzo 2024 rappresenta un primo passo verso una riorganizzazione del settore, ma restano molte sfide per garantire un sistema più strutturato ed efficiente.
Il lavoro domestico
Il crescente interesse per il settore domestico è stato ribadito anche in occasione del G7 2024, dove l’Associazione Domina, insieme alle organizzazioni datoriali degli altri Paesi membri, ha presentato un documento con raccomandazioni chiave. Tra i temi principali figurano la tutela delle condizioni lavorative e dei processi di reclutamento, la promozione dell’equilibrio di genere e della conciliazione tra lavoro e vita privata, il contrasto al lavoro irregolare e l’importanza della contrattazione collettiva. Un altro elemento emergente è rappresentato dalla tecnologia, che offre nuove opportunità per migliorare il settore. Applicazioni e algoritmi consentono di ottimizzare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, facilitando la ricerca di figure professionali specializzate per specifiche esigenze. Inoltre, la domotica sta rivoluzionando i servizi di cura, migliorando l’assistenza nelle abitazioni private.
Ma l’introduzione di tecnologie innovative rappresenta anche una sfida per il settore, che dovrà adattarsi rapidamente per sfruttare appieno il potenziale di queste soluzioni.
L’impatto economico
Le famiglie italiane, oltre a svolgere un ruolo cruciale come datori di lavoro, contribuiscono significativamente al sistema economico. Nel 2024, la spesa complessiva per lavoratori domestici ha raggiunto i 13 miliardi di euro, di cui 7,6 miliardi per il lavoro regolare e 5,4 miliardi per quello sommerso. Questo impegno si traduce in un risparmio di 6 miliardi di euro per lo Stato, che altrimenti dovrebbe sostenere i costi per il ricovero in struttura degli anziani assistiti in casa. Inoltre, la spesa delle famiglie ha generato un impatto economico significativo, contribuendo a 253,8 milioni di nuove ore di lavoro e un valore produttivo complessivo di 21,9 miliardi di euro.