Fino a ieri sera voci discordanti davano l’intesa come imminente, ma nessuna fonte ufficiale ha dato conferma finché il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato pubblicamente su Truth: “Abbiamo un accordo, presto gli ostaggi saranno liberati. Questo epico accordo di cessate il fuoco avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati”. Conferma che precede di poche ore la conferenza stampa del premier del Qatar, paese mediatore fra Hamas e Israele.
Fonti egiziane hanno riferito al canale qatariota Al Arabia che “la maggior parte delle forze dell’ Idf ha lasciato il corridoio Filadelfi (al confine tra Gaza e il Sinai egiziano) nelle ultime ore”. Subito migliaia di persone in tutta la Striscia di Gaza hanno celebrato festanti l’accordo che secondo le prime indiscrezioni l’accordo prevede una fase iniziale di cessate il fuoco di sei settimane, il ritiro graduale delle forze israeliane, il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas e il rilascio dei detenuti palestinesi detenuti da Israele.
Accordo molto difficile
“È un accordo molto difficile, molto importante per noi che vengano liberati dalla prigionia i nostri uomini, la nostra gente, ed è questo quello che richiede la solidarietà”, ha detto il ministro degli esteri israeliano Gideon Sàar intervistato da Bruno Vespa ieri sera. “Allo stesso tempo è molto doloroso, perché ha a che fare con la liberazione di pericolosissimi terroristi, compresi assassini che dovranno uscire dalle nostre carceri”, ha continuato il ministro. Esercitare la “leadership”, ha detto Sàar, vuol dire “decidere tra due opzioni, due brutte opzioni, non tra una bella opzione e una brutta opzione, ma tra due, una brutta e una peggiore”.
Tajani: “L’Italia farà il possibile per la pace in Medio Oriente”
“L’Italia farà tutto il possibile per la pace: vogliamo aiutare – come abbiamo sempre fatto – la popolazione civile palestinese, stiamo curando tanti bambini palestinesi in Italia e, anche grazie all’accordo con Israele e con l’Anp, sono arrivate e arriveranno tante altre tonnellate di aiuti alimentari”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a Villa Madama, al termine dell’incontro con il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar.
Quest’ultimo ha aggiunto che l’Italia oggi “è un Paese leader nella comunità internazionale, grazie alla premiership della presidente Meloni” e grazie alla sua stabilità. “Credo nel ruolo che l’Italia svolgerà, perché l’Italia è oggi un Paese stabile”, ha detto Sa’ar. “Oggi in Europa c’è molta instabilità, in passato era diverso”, ha aggiunto il ministro, affermando anche che “l’Italia ha un approccio realistico nelle relazioni internazionali”.
Ultimi disaccordi
Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti arabe, il leader de facto di Hamas a Gaza, Muhammad Sinwar, si è detto d’accordo in linea di principio con i termini dell’accordo che, una voltaapprovato dal governo, prevede un periodo di 24-48 ore per consentire ricorsi alla Corte Suprema. L’attuazione potrebbe iniziare con la liberazione dei primi ostaggi da domenica.
Ma rimangono dei punti da risolvere. Da parte di Hamas, luoghie data del ritiro definitivo di Israele dalla Striscia di Gaza restano le due questioni chiave. “Gli israeliani e gli americani vogliono che accettiamo l’idea generale del “ritiro dalle aree popolate”, ha dichiarato Hamas, “e noi chiediamo mappe specifiche e scadenze per questo ritiro. Vogliamo garanzie che dopo la terza fase l’esercito si sarà ritirato dall’intera Striscia di Gaza”. Un’altro dei nodi ancora da sciogliere è la richiesta, presentata all’ultimo dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, di aggiungere i militari alla lista dei 33 ostaggi (bambini, donne, anziani e malati) che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase.
Raid aerei su 50 siti Gaza
Intanto l’aeronautica militare israeliana ha lanciato ieri raid aerei su oltre 50 obiettivi nella Striscia di Gaza, colpendo gruppi di operativi di Hamas e Jihad islamica palestinese. I raid hanno colpito miliziani di Hamas a Khan Younis e Deir al-Balah, rispettivamente nella parte meridionale e centrale di Gaza, afferma l’Idf, aggiungendo che tra gli altri obiettivi colpiti nei giorni scorsi c’erano cellule di agenti, depositi di armi, infrastrutture di tunnel, postazioni di lancio di carri armati ed edifici utilizzati da Hamas. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, almeno 62 persone sono state uccise nel territorio palestinese nelle ultime 24 ore, portando il bilancio complessivo delle vittime di guerra a 46.707.