Un’esplosione in una stazione di servizio nel centro dello Yemen ha provocato un vasto incendio che ha causato la morte di circa 15 persone. Il Ministero della Salute, controllato dei ribelli Houthi, ha riferito che l’incidente si è verificato sabato nel distretto di Zaher, nella provincia di Bayda. Circa 67 persone sono rimaste ferite, di cui 40 in condizioni critiche. Le squadre di soccorso sono ancora alla ricerca dei dispersi, mentre le cause dell’esplosione rimangono sconosciute. Bayda è sotto il controllo degli Houthi, sostenuti dall’Iran, in conflitto con il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale da oltre un decennio. Secondo il governo yemenita, i ribelli avrebbero attaccato il villaggio di Hanaka al-Masoud nel distretto di al-Qurayshiya, causando vittime non specificate. Il ministro dell’Informazione, Moammar al-Eryani, ha denunciato un assedio durato una settimana, affermando che l’attacco ha colpito case e moschee, provocando numerose vittime tra i civili, inclusi donne e bambini. L’attivista per i diritti umani Riyadh al-Dubai ha riferito che gli Houthi hanno eseguito arresti e saccheggiato case, sequestrando oggetti di valore. Ha inoltre affermato che i bombardamenti sono continuati incessantemente per oltre cinque giorni. L’ambasciata statunitense in Yemen ha condannato l’attacco, sottolineando che le azioni degli Houthi privano il popolo yemenita della pace e di un futuro migliore. La guerra civile in Yemen, iniziata nel 2014 con la presa della capitale Sanaa da parte dei ribelli, ha costretto il governo a rifugiarsi prima a sud e poi in Arabia Saudita. Una coalizione guidata dai sauditi, sostenuta dagli USA, è intervenuta nel 2015 per ripristinare il governo legittimo. Il conflitto ha causato oltre 150.000 morti e si è trasformato in una delle peggiori crisi umanitarie globali.