domenica, 12 Gennaio, 2025
Lavoro

Lavoratori italiani insoddisfatti: il 50% pronto a cambiare, molti disposti a trasferirsi per uno stipendio migliore

I risultati di un sondaggio di Indeed, portale per chi cerca e offre lavoro, parlano di un quadro significativo dell’attuale situazione e del rapporto tra lavoratori italiani, stipendio e soddisfazione lavorativa. Secondo quanto riportato, un lavoratore su due non è soddisfatto dello stipendio e una fetta significativa della popolazione attiva sarebbe addirittura disposta a trasferirsi pur di avere più denaro. La ricerca, condotta su base di un campione di mille maggiorenni interessati a trovare nuove opportunità di occupazione, dimostra che il 45% dei lavoratori italiani ritiene la sua remunerazione inferiore a quanto dovrebbe; il 10% di questo gruppo ha rilevato un significativo gap rispetto al proprio effettivo guadagno, con il fenomeno che riguarda più le donne (49% del campione) e le persone tra i 35 e i 44 anni, con il 53. Uno dei principali motivi che spingono i lavoratori a cercare un aumento salariale è la pressione delle spese essenziali. Infatti, oltre il 62% dello stipendio medio viene assorbito dai costi primari della vita, lasciando poco spazio per il risparmio o spese accessorie. Questa pressione economica è particolarmente evidente tra i giovani lavoratori: il 31% degli intervistati ha dichiarato di poter sostenere il proprio tenore di vita solo grazie al supporto finanziario della famiglia. La percentuale sale al 58% tra i giovani dai 18 ai 24 anni, mentre si attesta al 33% nella fascia tra i 35 e i 44 anni e al 28% per gli over 55.

Voglia di cambiare

La difficoltà nel raggiungere una stabilità economica sufficiente si traduce spesso in insoddisfazione e volontà di cambiare. Un lavoratore su due tra coloro che si sentono sottopagati ha dichiarato che prenderebbe in considerazione l’idea di lasciare il proprio lavoro. Inoltre, il 41% degli intervistati ha affermato che sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni qualora non ottenesse un aumento nel breve periodo. Di fronte a queste difficoltà, emerge una crescente apertura al trasferimento per migliorare le condizioni lavorative e retributive. Il 58% degli intervistati si dichiara disposto a trasferirsi all’interno dell’Italia, mentre il 44% prenderebbe in considerazione l’ipotesi di un trasferimento all’estero. In particolare, i lavoratori più propensi a spostarsi all’interno del Paese appartengono alla fascia d’età tra i 25 e i 34 anni (66%), mentre i più giovani, tra i 18 e i 24 anni, manifestano una maggiore propensione all’emigrazione fuori dall’Italia (61%).

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