domenica, 12 Gennaio, 2025
Esteri

Gli Usa garantiscono sul ritiro di Israele dal sud del Libano entro fine mese. Netanyahu vedrà l’inviato di Trump

Blinken sente il ministro degli Esteri dell'Oman. Raid israeliani in Yemen, colpiti depositi aerei e basi di droni.

Mentre almeno cinque persone sono morte nell’attacco compiuto dalle forze armate israeliane nel sud del Libano, e dopo affermazioni contrarie da parte di esponenti del governo israeliano, gli Stati Uniti sono intervenuti per garantire il ritiro completo di tutte le forze israeliane dal Libano meridionale entro la fine di gennaio e dunque prima della scadenza dei 60 giorni. Lo hanno riferito all’agenzia di stampa saudita Al Akhbar fonti a conoscenza dei colloqui di lunedì scorso fra l’inviato speciale degli Stati Uniti, Amos Hochstein, e il comitato libanese che supervisiona l’attuazione dell’accordo tra Israele e Hezbollah.

Netanyahu vedrà l’inviato di Trump

Inoltre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha incontrato ieria Gerusalemme l’inviato statunitense in Medioriente, Steve Witkoff, la persona di riferimento designata dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump per il Medioriente. Witkoff era appena tornato da un incontro a Doha con il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, che lo ha informato sulle trattative in corso per la liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas.

Hamas, rinvio questioni irrisolte a seconda fase

Riguardo ai negoziati, Hamas avrebbe acconsentito a rinviare la risoluzione di diverse questioni irrisolte con Israele a una fase successiva dell’accordo di cessate il fuoco, se questo verrà attuato senza indugio e come richiesto. Secondo una fonte del quotidiano qatarino al-Araby al-Jadeed, i negoziati stanno “progredendo bene” e hanno “raggiunto il punto più vicino al completamento dell’accordo da quando sono iniziati”. L’Egitto avrebbe infatti accettato le richieste di Israele sul dispiegamento delle truppe lungo il corridoio Philadelphia e il rinvio della discussione sul ritiro completo dalla zona cuscinetto fino a dopo l’attuazione della prima fase dell’accordo. Se la proposta attuale verrà approvata, le discussioni sugli ostaggi rimanenti, non inclusi nella prima fase, inizieranno due settimane dopo l’entrata in vigore dell’accordo. Il portavoce di Hamas, Jihad Taha, ha dichiarato che a questo punti l’esito delle trattative è “nelle mani di Israele”.

Blinken sente ministro Oman

Allo stesso tempo il segretario di Stato Usa Antony J. Blinken ha parlato ieri con il ministro degli Esteri omanita Sayyid Badr Albusaidi per discutere della stabilità regionale, tra cui l’elezione del presidente Aoun in Libano, i continui sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi e incrementi l’assistenza umanitaria, e le continue minacce degli Houthi alla sicurezza regionale e internazionale e le detenzioni di personale diplomatico, Ong e Onu. Blinken ha ribadito “il sostegno degli Stati Uniti a una transizione politica pacifica, guidata e gestita dalla Siria, verso un governo inclusivo, rappresentativo e responsabile”.

Raid israeliani

Intanto la guerra continua su tutti i fronti. Oltre agli attacchi in Libano, l’aviazione militare israeliana ha condotto dei raid in Yemen con venti caccia che hanno sganciato più di 50 bombe. Gli attacchi avevano come obiettivo le infrastrutture militari degli Houthi, tra cui depositi missilistici e basi di droni.L’esercito israeliano ha inoltre riferito che un razzo lanciato dal sud della Striscia di Gaza, verso la zona di Kerem Shalom, è stato intercettato dalle difese aeree. Da parte sua il Ministero della Salute palestinese ha dichiarato che almeno 32 persone sono state uccise da raid israeliani nelle ultime 48 ore.

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