La sfida interna ci richiama a realizzare un grande Piano di riforme per il Sistema sanitario nazionale, i trasporti i costi dell’energia e tutele di cure per gli anziani
La settimana che si chiude per il presidente del consiglio Giorgia Meloni per il ministro Antonio Tajani, – per il Governo e a sua maggioranza di Centrodestra – , segna un vero, tangibile e indiscutibile successo in politica estera. La visita lampo del premier in Florida per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la liberazione di Cecilia Sala, l’incontro a Damasco del ministro Tajani con il nuovo leader Siriano Jolani, il vertice a Roma per transizione in Siria con l’Alto Rappresentante dell’Unione e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, l’incontro tra il primo ministro Ucraino Zekensky e il presidente della Repubblica Mattarella, segnano il ritorno dell’Italia sulla scena internazionale. Dimensione dove il Paese negli anni passati aveva un ruolo di primo piano che poi è andato a sbiadirsi fino ad essere diventato irrilevante. Oggi grazie a Giorgia Meloni al suo intuito, all’impegno di costruire relazioni geo politiche affidabili, alla sua tenacia, che possiamo in Europa e nel Mediterraneo ritrovare una identità e una capacità diplomatica che faranno bene al dialogo e, ci auspichiamo, che lo sia soprattutto per le aree e Paesi in conflitto. L’Italia può far parte di quei Paesi che contano per spingere a negoziati e a quella pace duratura per il medio Oriente con due popoli e due Stati e che sia una pace giusta per l’Ucraina.
Le emergenze nazionali
In politica come è noto non ci si può adagiare sugli allori. Alcuni temi nazionali ci richiamano con urgenza a delle soluzioni che sono ancora da trovare. Il Sistema sanitario nazionale, così come il Piano per la terza età posto che oggi i sessantenni sono il doppio dei ventenni; l’ammodernamento del sistema delle infrastrutture per la mobilità, dai troppi cantieri autostradali alle linee ferroviarie, che segnano quotidianamente delle forti criticità; il costo dell’energia che pone seri problemi alla competitiva delle piccole e medie imprese che pagano molto di più le forniture delle loro colleghe europee. Quattro questioni: sanità, mobilità, energia, terza età; che sono cruciali per il Paese. lo sono in particolare per i cittadini che sono utenti di servizi essenziali che devono essere garantiti a tutti.
Sistema sanitario nell’abisso
I richiami alla urgenza nel trovare soluzioni lanciati dalle Associazioni dei medici del Servizio sanitario nazionale che parlano di “abisso” devono impegnare di più la politica e il Governo. Le lunghe file d’attesa per visite mediche specialistiche, le difficoltà, diventate quotidiana emergenza nei Pronto soccorso, la fuga dei medici dalle corsie degli ospedali pubblici, non possono più attendere rinvii. Si riattivi con le Associazioni dei medici un serrato dialogo, si dia il giusto ai lavoratori della sanità. È evidente che una svolta positiva sarà un beneficio non solo per chi ha necessità di cure ma per tutti i cittadini.
Ferrovie e autostrade
Altra emergenza oggi intollerabile perché coinvolge cittadini alle prese con lavori, spostamenti, impegni che devono essere rispettati, sono i disservizi della mobilità per le grandi infrastrutture viarie. Lungo le autostrade ci sono troppi cantieri e lavori che devono essere accelerati e non durare anni; ma le ripetute e insostenibili difficoltà le si toccano con cadenza preoccupante per il sistema ferroviario. Le ferrovie sono alle prese con una emergenza che mettono il Paese alle corde e spingono i cittadini ad un oggettivo risentimento nel rimarcare le inefficienze verso ciò che è un pubblico bene e in quanto tale dovrebbe essere maggiormente tutelato. Come spiegare il ripetersi di disservizi? Come per i medici nella sanità così come per i lavoratori delle ferrovie e autostrade, sono loro a farsi carico di un impegno in più che rasenta il sacrificio, che spesso non viene nemmeno riconosciuto e pagato a dovere.
Il Governo c’è, ora le riforme
Con il Piano nazionale di ripresa e con il lavoro dell’ex ministro Raffaele Fitto, oggi ai vertici dell’Unione, abbiamo messo in campo risorse e progetti. Ora serve una svolta. Cosa manca per gli ultimi decisivi passaggi per realizzare opere concrete non è chiaro: lentezza della burocrazia; Comuni in ritardo; progetti da riconsiderare? Come per la politica estera, cerchiamo di creare le condizioni di un salto di qualità. Lo si è riusciti a fare fuori di casa nostra dove c’è un mondo più complesso e in lite, ora dobbiamo mettere mano alle nostre emergenze. Abbiamo una maggioranza e un Governo stabile pronti alle riforme.
Se attuate i cittadini sapranno dare un giudizio alla politica riconoscendo i meriti di chi punta e realizza una Italia efficiente e che sappia tutelare gli interessi della propria comunità.