Secondo indiscrezioni trapelate ieri, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza per discutere delle minacce che Israele sta affrontando. L’incontro, programmato in anticipo e non in risposta a sviluppi dell’ultimo minuto, si concentrerà sulla questione degli ostaggi a Gaza, la Siria, del terrorismo in Cisgiordania, degli Houthi e del precario cessate il fuoco in Libano.
Hamas: “Azioni legali contro Blinken”
Nel fine settimana parlando con il New York Times, Blinken ha attribuito direttamente ad Hamas la colpa per il mancato raggiungimento di un accordo sul rilascio degli ostaggi. “Quello che abbiamo visto ripetutamente è che Hamas non vuole concludere un accordo”, ha detto Blinken. In risposta, l’ Alto funzionario di Hamas Osama Hamdan ha annunciato in una conferenza stampa in Algeria azioni legali contro il segretario di Stato americano per il suo ruolo nella guerra a Gaza: “La sua complicità nei crimini contro il nostro popolo sarà perseguita legalmente”, ha minacciato.
Tregua a Gaza, colloqui proseguono
Intanto, mentre il Ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che 31 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore e che il bilancio totale delle vittime è salito a 45.885, il Qatar ha confermato che i colloqui per raggiungere una tregua a Gaza tra Israele e Hamas continuano, ma solo “a livello tecnico”. Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majid Al-Ansari, ha spiegato in una conferenza stampa che “a un livello superiore a quello tecnico, non ci sono attualmente delegazioni”.
L’Onu accusa: “Israele spara su aiuti alimentari”
Il Programma alimentare mondiale (Wfp), l’agenzia Onu che si occupa di assistenza alimentare, ha denunciato che un suo convoglio è stato colpito il 5 gennaio da spari esplosi dalle forze israeliane nei pressi del checkpoint Wadi Gaza. Cindy McCain, direttrice dell’agenzia Onu ha scritto su X: “Assolutamente inaccettabile: un convoglio del Wfp, chiaramente contrassegnato e con a bordo 8 membri del team, è stato colpito dalle forze israeliane. Gli operatori umanitari non sono un obiettivo”. Nessun membro dello staff è rimasto ferito.
Muore di freddo un altro neonato
Contemporaneamente l’agenzia dell’Onu per gli affari umanitari ha riportato la notizia della morte a Gaza di un bambino di un mese a causa dell’ipotermia in una zona assediata dall’esercito israeliano. “Questo è l’ottavo bambino morto per il freddo in meno di tre settimane – ha spiegato un portavoce delle Nazioni Unite – e queste morti si potevano evitare, fornendo alle famiglie materiale per proteggere i bambini”. Il piccolo Yousef Ahmad Kalloub si trovava nella zona centrale di Gaza. L’ondata di freddo e pioggia ha peggiorato in modo drammatico la situazione a Gaza per centinaia di migliaia di profughi palestinesi, molti dei quali vivono in accampamenti. Oltre al freddo, a mettere a rischio la vita dei neonati è la mancanza di cibo che non permette alle madri di allattare i figli.
Israele inizia il ritiro dal Libano
Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalla città di confine del Libano meridionale di Naqura. Lo rende noto l’inviato degli Stati Uniti Amos Hochstein, aggiungendo che “questi ritiri continueranno finché tutte le forze israeliane non saranno completamente fuori dal Libano e mentre l’esercito libanese continua a schierarsi a sud e fino alla Linea Blu”, ovvero il confine demarcato dall’Onu tra i due Paesi.
Usa, nuove armi a Israele: via libera da 8 miliardi
Fonti concordanti sentite dai media americani sostengono che la decisione è stata comunicata in via informale dal presidente Joe Biden, prossimo alla fine del suo mandato il 20 gennaio: gli Stati Uniti sono pronti a vendere nuove armi a Israele per un valore di otto miliardi di dollari. Secondo le fonti, il pacchetto di armi include “munizioni per supportare la sicurezza a lungo termine di Israele rifornendo le scorte di munizioni critiche e le capacità di difesa aerea”. Secondo l’Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca sulla pace (Sipri), tra il 2019 e il 2023 il 99% delle importazioni di armi da parte di Tel Aviv è stato assicurato dagli Stati Uniti (69%) e dalla Germania (30%).