Justin Trudeau ha comunicato, nella giornata di lunedì, la sua intenzione di dimettersi da leader del Partito Liberale canadese, avviando la ricerca di un nuovo primo ministro. Ha dichiarato che non guiderà il partito nelle prossime elezioni a causa di tensioni interne e polarizzazione politica. Le dimissioni avverranno dopo la scelta di un nuovo leader. La decisione è stata influenzata da pressioni interne, con i liberali in calo nei sondaggi rispetto ai conservatori e difficoltà nei rapporti con l’amministrazione Trump. Le dimissioni del vice primo ministro, Chrystia Freeland, in disaccordo con l’approccio di Trudeau sulle tariffe statunitensi, hanno aumentato la pressione. Tra i potenziali successori ci sono Freeland, Dominic LeBlanc e Mélanie Joly. Trudeau ha elogiato Freeland, definendola una “partner straordinaria,” ma ha rispettato la sua decisione di lasciare. Dopo l’annuncio, la vice primo ministro ha ringraziato Trudeau per il suo servizio. Al potere dal 2015, la popolarità del premier è diminuita, con il supporto ai liberali sceso al 16%. La situazione si è aggravata con l’annuncio di Trump di nuove tariffe sui prodotti canadesi. Dopo un incontro con il presidente USA eletto che ha creato tensioni, le aspettative di dimissioni di Trudeau sono aumentate. Il primo ministro canadese ha riconosciuto la necessità di un cambiamento, citando l’ostruzionismo in Parlamento e sperando che la sua partenza possa ridurre la polarizzazione. Il leader conservatore Pierre Poilievre ha criticato i liberali per i loro insuccessi. Attualmente, il partito di Trudeau controlla 153 seggi su 338, formando un governo di minoranza. Le elezioni sono previste entro la fine di ottobre.