La totale interruzione del transito di gas russo tramite l’Ucraina è una “sconfitta storica e incondizionata” per la Russia, “che potrebbe in ultima analisi determinare l’esito dell’intera guerra”. Lo sostiene il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, osservando in un commento su X che “storicamente, l’Unione Sovietica e il suo frammento sotto forma di Federazione russa hanno cercato di controllare l’Europa attraverso l’influenza culturale, la minaccia militare e la fornitura di idrocarburi a basso costo. Tutte queste leve hanno ormai perso la loro efficacia”.
Secondo Podolyak, il declino della cultura russa è iniziato nel 2014 con l’annessione della Crimea, mentre “l’esercito russo è stato sconfitto per la prima volta dagli ucraini nel 2022. Successivamente, a causa di ritardi nella fornitura di armi occidentali alle forze armate ucraine, i russi sono stati in grado di ripristinare e aumentare il potenziale umano delle loro forze di invasione. Tuttavia, hanno perso per sempre i loro enormi arsenali di attrezzature sovietiche”.
“Ieri, dopo la cessazione definitiva del transito del gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina, si è concluso il periodo di mezzo secolo del ‘ricatto del gas’ all’Europa. Il volume delle forniture è sceso da 130 miliardi di metri cubi a zero. La Gazprom, un tempo la società più costosa del mondo, si sta avvicinando alla bancarotta”, scrive Podolyak .”La cessazione del transito del gas colpirà il finanziamento dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Ma soprattutto, elimina una forza che permetteva all’impero di Mosca di manipolare i politici europei e interi Paesi. Il nuovo sistema di sicurezza europeo deve basarsi, tra le altre cose, su una nuova politica energetica”, conclude il consigliere presidenziale ucraino.
Cremlino, responsabilità di Kiev e degli Stati europei
“La responsabilità della cessazione delle forniture di gas russo ricade interamente sugli Stati Uniti, sul regime fantoccio di Kiev e sulle autorità degli Stati europei che hanno sacrificato il benessere dei loro cittadini in nome del sostegno finanziario all’economia americana”. Lo ha dichiarato in un commento. Secondo la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, invece, “La responsabilità della cessazione delle forniture di gas russo ricade interamente sugli Stati Uniti, sul regime fantoccio di Kiev e sulle autorità degli Stati europei che hanno sacrificato il benessere dei loro cittadini in nome del sostegno finanziario all’economia americana”.
No a negoziati con la Russia dopo insediamento Trump
L’Ucraina non intende aprire negoziati di pace con la Russia con l’inizio del mandato presidenziale di Donald Trump, poiché Mosca non ha ancora pagato un “prezzo sufficientemente alto” per la sua aggressione. Lo annuncia Mikhail Podolyak, consigliere capo di Volodymyr Zelensky.
“Si parla tanto di trattative, ma questa è un’illusione. Non può esserci alcun processo di negoziazione perché la Russia non è stata costretta a pagare un prezzo sufficientemente alto per questa guerra”, ha dichiarato Podolyak alla Bbc. Il consigliere del presidente ucraino ha anche osservato che Kiev considera le garanzie di sicurezza da parte di Washington come l’unica condizione possibile per porre fine al conflitto.
Per Podolyak, il Memorandum di Budapest del 1994, così come gli accordi di Minsk del 2014-2015, il cui obiettivo era quello di fare terminare la guerra in Donbass, si sono rivelati inutili poiché non comportavano deterrenza militare. “La Russia deve capire che non appena inizierà un’aggressione, riceverà in risposta un numero significativo di colpi”, sostiene il consigliere capo di Zelensky
Il prezzo del gas trascina in basso i mercati europei
Il prezzo del gas, dopo un avvio in rialzo e sopra i 50 euro ,scivola sotto i 49 euro. Bruxelles ritiene limitato l’impatto della chiusura da parte dell’Ucraina al transito di gas russo. Ad Amsterdam mercato di riferimento, i contratti Ttf cedono lo 0,5% a 48,6 euro al megawattora.
Ripercussioni sulla bolletta
Le ripercussioni sulle bollette di famiglie e imprese non si vedranno immediatamente, anche se qualcosa ci dirà già l’aggiornamento delle tariffe elettriche di domani. Ad oggi i nostri stoccaggi sono pieni all’80% e potremo passare un inverno sereno. L’Italia intanto ha diversificato le forniture grazie ai quattro rigassificatori installati sulle coste tra Veneto, Toscana e Liguria, e ha incrementato gli acquisti dal Nordafrica.
Ma le stime ci dicono che si potrebbe arrivare ad un rincaro del 30% per le bollette.
I trattamenti di maggior tutela proteggono l’utente con opzioni di tariffe non indicizzate o con prezzo bloccato sulla componente collegata al costo della materia prima. Secondo Nomisma Energia il costo del gas dovrebbe aumentare in media per le famiglie italiane di circa 230 euro in più a famiglia nei prossimi 12 mesi.