venerdì, 3 Gennaio, 2025
Attualità

Mattarella: “La speranza siamo noi, impegno e scelte per un futuro migliore”

Il discorso di fine anno del Presidente: appello alla pace “che grida la sua urgenza” e al rispetto, tra luci e ombre dell’Italia

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto ieri il suo decimo discorso di fine anno con un richiamo alla necessità urgente di pace, sottolineando in particolare le tragedie umanitarie in corso a Gaza e in Ucraina. Rivolgendosi agli italiani, sia in patria che all’estero, ha espresso auguri sinceri per un anno migliore, un tempo nuovo che porti serenità e speranza. Dunque, il Capo dello Stato ha dedicato le prime parole del suo discorso alle vittime dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina. Ha ricordato come il Natale sia stato segnato da episodi tragici: una bambina di pochi giorni è morta assiderata a Gaza, mentre bombardamenti russi hanno privato molte città ucraine di energia, lasciando intere popolazioni al gelo e al buio. Ha inoltre espresso solidarietà agli ostaggi rapiti da Hamas, costretti a vivere in condizioni disumane: “Questi atti di barbarie colpiscono anche i momenti più sacri”.
La pace è stata definita da Mattarella un traguardo imprescindibile per l’Italia, radicato nei valori della Costituzione. Ha ricordato il ruolo dell’Italia durante la presidenza del G7, insieme all’importanza dell’Unione europea come promotrice storica di pace. Ha spiegato che la pace non può basarsi sulla sottomissione alla violenza, ma deve fondarsi sul rispetto dei diritti umani e sulla libertà dei popoli: “Solo il rispetto della dignità umana può garantire una pace vera, prevenendo ulteriori conflitti in Europa e altrove”.

Libertà di informazione

Mattarella ha espresso vicinanza a Cecilia Sala, giornalista italiana attualmente detenuta in Iran, ribadendo l’importanza della libera informazione. Ha sottolineato il coraggio dei giornalisti che rischiano la vita per raccontare la verità dai fronti di guerra: “Spesso pagano un prezzo altissimo per il servizio che rendono alla comunità”. Successivamente il Presidente ha fatto riferimento al messaggio di speranza di Papa Francesco, lanciato durante l’apertura del Giubileo. Ha invitato gli italiani a tradurre questa speranza in azioni concrete, sottolineando la necessità di affrontare le sfide del nostro tempo, tra cui le disuguaglianze sociali, il cambiamento climatico e i conflitti: “Il mondo sembra essere diviso da una forza centrifuga che alimenta contrapposizioni e radicalizza le opinioni”.
Mattarella ha quindi sottolineato le disuguaglianze globali, evidenziando l’aumento sproporzionato della spesa per armamenti rispetto ai fondi destinati alla lotta contro il cambiamento climatico: “La spesa militare mondiale ha raggiunto cifre record, mentre le risorse per salvaguardare l’ambiente restano drammaticamente insufficienti”, ha denunciato.

Luci e ombre

Ha poi affrontato le luci e ombre che caratterizzano l’Italia. Mentre i progressi nella scienza e nella tecnologia offrono nuove opportunità, molti cittadini devono affrontare lunghe liste d’attesa per cure essenziali: “Non possiamo accettare che tante persone rinuncino alle cure per mancanza di mezzi”. Anche il mercato del lavoro, pur mostrando segnali positivi, presenta ancora aree di precarietà e bassi salari. Il Presidente ha richiamato l’attenzione sul fenomeno dei giovani italiani che emigrano all’estero in cerca di opportunità, definendolo un problema da affrontare con urgenza. Il mutamento climatico rappresenta una minaccia crescente anche per l’Italia. Mattarella ha citato le alluvioni frequenti come una testimonianza della necessità di interventi preventivi: “Questi eventi non possono più essere considerati eccezionali. Servono azioni lungimiranti per ridurre i rischi”.
Il Presidente ha dedicato una parte significativa del suo discorso ai giovani, evidenziando il fenomeno preoccupante della violenza giovanile e dell’abuso di alcool e droghe. Ha indicato il web come una fonte di modelli negativi che incoraggiano comportamenti devianti: “I giovani rappresentano la nostra più grande risorsa, ma abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio e di fornire risposte concrete”. Ha anche collegato queste problematiche alla crisi demografica italiana, sottolineando la necessità di creare condizioni che favoriscano la stabilità e il desiderio di costruire famiglie.

Il rispetto

Mattarella ha elogiato la scelta della parola “rispetto” come termine dell’anno da parte dell’Enciclopedia Treccani. Ha spiegato come il rispetto verso gli altri rappresenti il primo passo verso una società più solidale e accogliente. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulle condizioni inaccettabili nelle carceri italiane, dove il sovraffollamento e i suicidi tra i detenuti rappresentano una violazione dei diritti umani: Dobbiamo garantire dignità a ogni persona, anche a chi ha commesso errori”, lodando il lavoro degli operatori penitenziari. Guardando al 2024, Mattarella ha elogiato il coraggio e l’impegno di molti italiani che hanno trasformato il dolore in una missione per gli altri. Ha citato l’esempio di Sammy Basso e delle giovani che lottano contro i femminicidi, definendo questi gesti come una trama di valori che tiene unite le comunità. Ha inoltre lodato il patriottismo dimostrato da cittadini di diverse estrazioni, dagli operatori sanitari agli insegnanti, dai militari ai lavoratori immigrati che contribuiscono al progresso del Paese.
Concludendo, Mattarella ha ricordato gli ottant’anni della Liberazione che si celebreranno nel 2025, descrivendola come fondamento della Repubblica e della Costituzione. Ha esortato gli italiani a trasmettere alle future generazioni i valori di libertà, democrazia e giustizia, sottolineando che “la speranza non è semplice attesa, ma un impegno concreto”. “La speranza siamo noi, le nostre scelte, il nostro impegno”, le sue ultime parole, prima di augurare un buon anno a tutti.

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