Dominique Pelicot, il settantaduenne che ha drogato e violentato la moglie Gisèle, orchestrando per oltre dieci anni decine di aggressioni da parte di altri uomini, non impugnerà la sua condanna a 20 anni di carcere. Tuttavia, 17 dei 49 uomini condannati per aver aggredito sessualmente la donna su ordine di Dominique hanno dichiarato di voler ricorrere in appello. Pelicot, che ha ammesso le sue colpe, ha scelto di non ricorrere in appello per non sottoporre la moglie a un’ulteriore prova, ha spiegato l’avvocato. “Considerava questa decisione coerente con la sua posizione durante il processo: la signora Pelicot non era mai stata la sua avversaria,” ha aggiunto. Stéphane Babonneau, avvocato di Gisèle, ha confermato che la signora Pelicot, pur non essendo obbligata a partecipare, affronterà coloro che hanno deciso di appellarsi. Secondo le leggi francesi, un nuovo processo avrà luogo entro 12 mesi. Sebbene le pene non siano necessariamente più severe, l’ampia copertura mediatica potrebbe influenzare la giuria. “Anche se attentamente selezionati, i giurati sono esseri umani con possibili pregiudizi,” ha dichiarato l’avvocato Hansu Yalaz alla BBC. Tra coloro che hanno presentato ricorso c’è Charly Arbo, condannato a 13 anni per violenza sessuale su Gisèle Pelicot in sei occasioni, insieme a Simoné Mekenese e Redouane El Farihi, condannati rispettivamente a nove e otto anni. Alcuni avvocati ritengono che ricorrere in appello possa essere rischioso, data la possibilità di condanne più severe. L’avvocato Patrick Gontard ha osservato che le pene inflitte erano già inferiori a quelle richieste dall’accusa. Dominique Pelicot, definito dalla figlia Caroline “uno dei peggiori predatori sessuali degli ultimi 20 anni”, ha drogato, violentato e indotto altri a violentare sua moglie per oltre un decennio, documentando molti degli atti. Questo ha permesso agli investigatori di identificare decine di uomini, portando all’arresto e alla condanna di numerosi partecipanti.