giovedì, 2 Gennaio, 2025
Esteri

Lavrov: “Pronti a schierare missili a corto e medio raggio”

Continua la guerra del gas: dal 1° gennaio stop al gas russo verso la Moldavia. Bloccato anche il metano verso l'Europa centrale attraverso l'Ucraina, problemi per Austria e Slovacchia

Ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista all’agenzia Tass ha detto che “A giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall’intervista rilasciata dallo stesso Trump a Time il 12 dicembre, sta parlando di ‘congelare’ le ostilità lungo la linea di ingaggio e di trasferire agli europei l’ulteriore responsabilità di affrontare la Russia. Non siamo certo soddisfatti delle proposte avanzate”. Le proposte del presidente eletto degli Usa, Donald Trump, erano di rinviare l’adesione dell’Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell’Ue e del Regno Unito. Ad ogni modo, ha continuato il ministro russo, Mosca per il momento non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti sulla soluzione ucraina.

Lavrov: “Pronti a schierare missili a corto e medio raggio”

Allo stesso tempo, il titolare della diplomazia di Mosca ha dichiarato che “Oggi è chiaro che la nostra moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio non è più praticabile e dovrà essere abbandonata poiché gli Usa hanno schierato tali armi in varie regioni del mondo, ignorando con arroganza gli avvertimenti di Russia e Cina”. Lavrov non ha detto cosa accadrà esattamente dopo il febbraio 2026, quando scadrà il New Start (il trattato sulla riduzione delle armi nucleari strategiche), limitandosi a dire che “molte cose possono ancora succedere nel prossimo anno” e aggiungendo che Mosca ha già dimostrato la sua “determinazione nell’attuazione delle misure compensative” conducendo un “test di combattimento” del missile balistico a medio raggio Oreshnik. Nel 2019 gli Usa si sono ritirati dal trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) sulla distruzione dei missili nucleari a medio e corto raggio, firmato nel 1987 dai presidenti americano, Ronald Reagan, e sovietico, Mikhail Gorbaciov. Mosca aveva detto che non avrebbe comunque dispiegato tali vettori se gli Usa non lo avessero fatto per primi.

Gazprom sospenderà le forniture alla Moldavia dal 1° gennaio

Il colosso energetico russo Gazprom sospenderà le esportazioni di gas verso la Moldavia dal 1° gennaio 2025 perché “Jsc Moldovagaz non adempie regolarmente ai propri obblighi di pagamento ai sensi del contratto attuale”, si legge in una notifica. Gazprom ha quantificato che la Moldova deve quasi 709 milioni di dollari per le forniture di gas effettuate in passato, cifra contestata dal governo di Chisinau, che ha reagito accusando Mosca di usare le forniture energetiche come arma. La cessazione del gas interromperà le forniture alla centrale elettrica di Kuciurgan, la più grande del Paese, nella regione separatista filorussa della Transnistria. L’impianto è stato privatizzato nel 2004 dai funzionari della Transnistria e successivamente venduto a una società statale russa. La Moldova, che ha un governo centrale orientato verso l’Occidente e che si è ripetutamente lamentata dell’interferenza russa, non riconosce la privatizzazione.

UE: “Impatto limitato dallo stop al gas russo”

Secondo Reuters, questo potrebbe essere il primo passo verso un’interruzione totale delle esportazioni di gas dalla Russia via Ucraina verso l’Europa, dove arriva in Slovacchia, Austria, Ungheria e Italia, una volta che l’accordo di transito con Kiev scadrà il 31 dicembre. L’Ucraina, che si rifiuta di negoziare un nuovo contratto che consentirebbe alla Russia di finanziare la guerra, interromperà il transito del gas russo alla scadenza del contratto esistente dal 30 dicembre 2019 tra la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz Ukrainy, alle 07:00 ora italiana del primo gennaio e non permetterà il transito di gas russo attraverso il suo territorio.
La Commissione europea prevede che l’impatto della fine del transito di gas naturale russo attraverso l’Ucraina a partire dal primo gennaio 2025 sarà “limitato” poiché, sostengono le fonti dell’esecutivo comunitario, l’interruzione del flusso attraverso il territorio ucraino è una situazione “prevista”. Tuttavia, l’Austria e la Slovacchia saranno gli Stati membri “più colpiti”, poiché il gas russo rappresenta circa il 60% della loro domanda.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

I giochi di potere all’ombra del Cremlino

Giuseppe Mazzei

Confindustria: Pil in crescita ma sviluppo frenato dal caro bollette

Anna Garofalo

Guerra in Ucraina. Cremlino: pronti a negoziare, ma no al congelamento del conflitto

Chiara Catone

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.