Con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto, il Senato ha dato ieri il via libera definitivo alla Manovra 2025 che diventa quindi legge dello Stato. Il provvedimento, del valore complessivo di 30 miliardi di euro, introduce misure significative per il sostegno ai redditi medio-bassi, la riduzione della pressione fiscale, il rilancio della natalità e il potenziamento degli investimenti.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto con soddisfazione l’approvazione della legge di bilancio, definendola una Manovra “di grande equilibrio”. Il Premier ha sottolineato come il provvedimento persegua l’obiettivo di “sostenere i redditi medio-bassi, aiutare le famiglie con figli e stanziare risorse record per la sanità, riducendo al contempo la pressione fiscale”. Ha inoltre rivendicato la coerenza del testo con il programma elettorale, assicurando un impegno rinnovato nel contrasto all’evasione fiscale e nella costruzione di un rapporto più equo tra Stato e cittadini.
I punti principali della manovra
Tra le misure di maggiore impatto, il taglio del cuneo fiscale, reso strutturale per i redditi fino a 20.000 euro e convertito in una detrazione fiscale per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro. Questa manovra interesserà ulteriori 3 milioni di contribuenti. Contestualmente, è stata confermata la revisione delle aliquote Irpef a tre scaglioni: il primo, applicato agli imponibili fino a 28.000 euro, prevede un’aliquota ridotta al 23%. Si stima che queste due misure genereranno un beneficio complessivo di circa 18 miliardi di euro annui.
Per incentivare la natalità, è stato introdotto un bonus bebè di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato nel 2025, destinato alle famiglie con ISEE fino a 40.000 euro. Sono stati potenziati i congedi parentali, ora indennizzati all’80% per un periodo complessivo di tre mesi entro il sesto anno di vita del figlio. Inoltre, il bonus asilo nido è stato incrementato a 3.600 euro per i nuclei con redditi inferiori a 40.000 euro.
Un’altra novità è l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici, esteso alle lavoratrici autonome e a tempo determinato, con benefici prolungati fino al compimento del 18° anno del figlio più piccolo per le famiglie con almeno tre figli. Infine, è stato istituito il Fondo Dote Famiglia, con una dotazione di 30 milioni di euro, per sostenere le attività extrascolastiche dei giovani di età compresa tra 6 e 14 anni.
Previdenza e lavoro
La Manovra conferma i principali canali di uscita anticipata dal mondo del lavoro (Quota 103, Ape Sociale, Opzione Donna) e introduce incentivi per prolungare la carriera lavorativa. Tra questi, il cosiddetto Bonus Maroni, che consente ai lavoratori che rinunciano al pensionamento anticipato di ricevere in busta paga la quota contributiva normalmente a carico dell’azienda, completamente detassata.
Le pensioni minime saranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026, con ulteriori aumenti per i pensionati over 70 in condizioni di disagio. Sul fronte del lavoro, è stata prorogata la riduzione dell’imposta sui premi di produttività dal 10% al 5% e confermata l’esenzione fiscale per i fringe benefit fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli.
La Manovra prevede un finanziamento record per il Servizio sanitario nazionale, con un incremento del budget fino a 141,3 miliardi di euro entro il 2027. Tra le novità, la flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri e un potenziamento degli investimenti tecnologici e strutturali negli ospedali pubblici.
Investimenti e imprese
Sul fronte degli investimenti, spicca la riduzione dell’aliquota Iresdal 24% al 20% per le imprese che reinvestono almeno l’80% degli utili in beni 4.0 e 5.0 e nuove assunzioni. Sono stati stanziati 1,6 miliardi di euro per incentivare l’acquisto di beni strumentali nel Mezzogiorno e prorogato il credito d’imposta per le consulenze finalizzate alla quotazione in borsa delle Pmi.
Il settore bancario e assicurativo contribuirà al finanziamento della manovra attraverso una revisione delle deduzioni fiscali e una nuova disciplina per il versamento dell’imposta di bollo sui contratti assicurativi.
Le tensioni in aula
L’iter parlamentare non è stato privo di polemiche. In aula, il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha avuto un acceso confronto con il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. L’ex Primo Ministro ha criticato una norma che vieta ai parlamentari di percepire compensi da Paesi extra-Ue, definendola “sovietica” e “contro la dignità del Parlamento”. La Russa ha replicato con toni altrettanto accesi, accusando Renzi di “usare l’aula per scopi personali”.
Chi ha criticato duramente la terza legge di bilancio dell’esecutivo Meloni è stata la Segretaria del Partito democratico, Elly Schlein: ha accurato il Premier di incoerenza rispetto alle promesse fatte in passato. La numero uno del Pd ha ricordato che la manovra è stata approvata imponendo la fiducia, senza lasciare spazio a un reale dibattito parlamentare, e che le misure adottate penalizzano i cittadini più vulnerabili. Tra le critiche principali, le pensioni minime, i tagli alla sanità pubblica, i tagli al fondo per il settore automobilistico, l’aumento delle spese militari, il condono per multe ai no-vax, le tasse non pagate dagli evasori e le proroghe per le concessioni elettriche, senza interventi sulle bollette dei cittadini.