L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) avverte che l’accumulo incontrollato di detriti potrebbe portare alla sindrome di Kessler, rendendo i futuri viaggi spaziali impossibili. Tale sindrome, proposta dagli scienziati NASA Donald J. Kessler e Burton G. Cour-Palais nel 1978, è uno scenario in cui la densità degli oggetti in orbita terrestre bassa dovuta all’inquinamento spaziale è sufficientemente numerosa da far sì che le collisioni tra oggetti possano causare una cascata in cui ogni collisione genera detriti spaziali che aumentano la probabilità di ulteriori collisioni. Da decenni, le nazioni hanno lanciato migliaia di satelliti in orbita. Secondo la NASA, molti frammenti o oggetti restano in un’enorme discarica spaziale in espansione, senza poterli rimuoverli perché troppo costoso. Recentemente, una nave cargo russa attraccata alla ISS ha acceso i propulsori per oltre cinque minuti, creando una distanza aggiuntiva con i detriti in arrivo da un satellite meteorologico in disuso. Sebbene l’oggetto non fosse in rotta diretta di collisione con la stazione, la NASA ha ritenuto necessaria la manovra per garantire maggiore sicurezza durante il passaggio. Dall’inizio dell’era spaziale negli anni ’50, sono state lanciate circa 50.000 tonnellate di materiale, con oltre 13.000 tonnellate di oggetti ancora nello spazio a settembre 2024. Secondo l’ESA, dei 19.590 satelliti lanciati dal 1957, 13.230 sono ancora in orbita e 10.200 sono operativi. Dal 1999 al dicembre 2022, la ISS aveva eseguito 32 manovre per evitare detriti spaziali. A ottobre 2023, questo numero era salito a 37. Gli scienziati hanno anche affermato che non è raro che detriti spaziali si schiantino sulla superficie terrestre. Una famiglia di Naples, Florida, ha presentato una denuncia contro la NASA, chiedendo 80.000 dollari di danni dopo che un detrito della ISS ha sfondato il tetto della loro casa.