La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza si aggrava giorno dopo giorno, mietendo un tributo sempre più alto tra i più vulnerabili: i bambini. Negli ultimi tre giorni, almeno undici bambini sono stati uccisi in attacchi e quattro neonati sono morti per ipotermia, secondo quanto riferito dal Ministero della Sanità palestinese. Un bilancio drammatico che trova riscontro nelle parole di Edouard Beigbeder, Direttore regionale dellʼUnicef per il Medio Oriente e il Nord Africa: “Queste morti evitabili mostrano la disperazione in cui versano le famiglie di Gaza”, ha dichiarato. Il rigido inverno, la carenza di ripari adeguati e la scarsità di risorse essenziali mettono ulteriormente a rischio la sopravvivenza dei più piccoli, con le temperature previste in ulteriore calo nei prossimi giorni.
Aiuti insufficienti
A novembre, solo 65 camion di aiuti umanitari al giorno sono riusciti ad entrare nella Striscia, un numero largamente insufficiente a rispondere ai bisogni di una popolazione stremata da oltre due mesi di assedio nella parte settentrionale del territorio. Tra i beni più urgenti mancano carburante, acqua potabile e materiali per la costruzione di ripari. LʼUnicef ha lanciato un appello accorato per un accesso umanitario sicuro e senza restrizioni, sottolineando la necessità di riaprire immediatamente i valichi per consentire il transito di carburante e materiali essenziali. “I bambini di Gaza hanno diritto a un futuro libero dalla paura – ha aggiunto Beigbeder –. Senza un cessate il fuoco immediato e duraturo, l’emergenza rischia di precipitare ulteriormente”. Le condizioni dei bambini nella Striscia di Gaza sono emblematiche di una crisi che si estende ben oltre l’immediata emergenza umanitaria. Ogni giorno passato sotto le bombe o in ripari di fortuna scava ferite profonde non solo nei corpi, ma anche nelle menti e nei cuori di una generazione che vede il proprio futuro negato.
Le immagini e i racconti che arrivano dal territorio descrivono un inferno quotidiano: famiglie costrette a bruciare legna di fortuna per scaldarsi, bambini che muoiono per freddo o per mancanza di cure mediche adeguate, scuole e ospedali che diventano bersagli o rifugi temporanei.
L’urgenza di un intervento internazionale
L’appello delle organizzazioni umanitarie, ribadito daʼʼUnicef, è un grido d’allarme rivolto alla comunità internazionale. “Il tempo sta per scadere – avvertono gli esperti – e il rischio è che una catastrofe umanitaria già in atto diventi irreparabile”. Le parole di Beigbeder riecheggiano come un monito: “Ogni vita persa è un fallimento della nostra capacità collettiva di proteggere i più vulnerabili”. Mentre il mondo celebra le festività invernali, a Gaza si combatte una lotta per la sopravvivenza, una lotta che non può più essere ignorata.