sabato, 8 Marzo, 2025
Esteri

Netanyahu: “Non firmerò accordo su ostaggi senza prima sradicare Hamas”

Houthi rivendicano attacco su Giaffa nell'area di Tel Aviv sfuggito ai radar dell'Idf: una ventina i feriti. Tajani: "Tutelare minoranze, compresa quella cristiana"

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu non firmerà un accordo sugli ostaggi se questo implica la fine della guerra a Gaza, che potrà terminare solo con la rimozione completa di Hamas. Lo ha dichiarato in un’intervista al Wall Street Journal :”Non li lasceremo al potere a Gaza, a soli 30 chilometri da Tel Aviv. Non accadrà”. Israele “sta vincendo alla grande”: ha indebolito Hamas e Hezbollah e ha provocato la caduta del regime degli Assad in Siria. I media polacchi intanto hanno reso noto che il 27 gennaio Netanyahu non parteciperà alla cerimonia di commemorazione dell’80esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento Auschwitz-Birkenau in Polonia, perché teme di essere arrestato dopo il mandato di arresto spiccato nei suoi confronti della Corte penale internazionale.

Hts nomina ministro degli esteri

Intanto le autorità siriane del gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham (Hts) hanno iniziato a nominare i membri del nuovo governo ad interim. Il secondo incarico annunciato è quello di ministro degli Esteri, che sarà ricoperto da Asaad Hassan al Shibani. La nomina di Al Shibani è stata confermata dal Comando delle operazioni militari (il collettivo di Hts e dei gruppi ribelli siriani opposti al regime dell’ex presidente Bashar al Assad) in un messaggio pubblicato dall’agenzia di stampa Sana. La prima nomina era stata quella di Mohamed el Bashir a primo ministro ad interim, dopo che già era stato capo del governo parallelo istituito dall’Hts nelle aree controllate nella provincia di Idlib.

Nuova Siria

Contemporaneamente si comincia a vedere il cambio diplomatico della nuova Siria nel mondo arabo. Teheran ha reso noto ieri che il 15 dicembre un addetto dell’ambasciata iranianain Siria, Davoud Bitaraf, è stato ucciso in quella che viene definita “un’azione criminale eseguita da elementi terroristi”. Il suo corpo è stato “identificato e trasferito in Iran i questi ultimi giorni”, ha detto un portavoce, aggiungendo che “il ministero degli esteri sta trattando la faccenda con serietà attraverso i canali diplomatici e internazionali”. L’ Iran ha fatto appello al nuovo potere siriano perchè “identifichi e punisca” i responsabili.
D’altro canto il Qatar ha riaperto ieri la sua ambasciata in Siria, chiusa 13 anni fa con l’inizio della guerra civile. Il Qatar è il secondo Paese, dopo la Turchia, a riaprire ufficialmente la propria ambasciata da quando i ribelli guidati dagli islamisti hanno cacciato il presidente Bashar al-Assad all’inizio del mese. Diverse cancellerie straniere, inizialmente caute, stanno inviando delegazioni a Damasco per stabilire un contatto con il nuovo potere che ha spodestato Bashar al-Assad.

Tajani: “Tutelare minoranze religiose a cominciare da quella cristiana”

Questi “primi segnali sono positivi, sebbene sia vero che la guida oggi della Siria è in mano a ex combattenti dell’Is”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista all’Osservatore Romano. “Le richieste dell’Italia – ha aggiunto il vicepremier – sono molto chiare: riconoscimento e tutela delle minoranze religiose, a cominciare dalle minoranze cristiane. L’altro obiettivo è l’unità dello Stato: occorre evitare il frazionamento della Siria, e poi si chiede di agevolare il rientro volontario dei rifugiati da Turchia, Giordania, e Libano”. “Si tratta di siriani scappati in occasione della guerra civile e speriamo che coloro che rientrano possano essere accolti, che non ci sia una stagione di persecuzioni. Noi vigiliamo, siamo presenti, discutiamo con i nostri alleati, con il G7, con l’Unione europea, con la Turchia che, a sua volta, ha chiesto all’Italia di continuare ad avere una presenza diplomatica e di tenere aperta la nostra ambasciata a Damasco. La Turchia sta facendo un po’ da garante della stabilità. Abbiamo chiesto, sia il presidente del Consiglio Meloni a Erdogan, sia io al ministro degli Esteri turco, una garanzia per le minoranze, in modo particolare per le minoranze cristiane”.

Missile lanciato dallo Yemen caduto in parco giochi di Tel Aviv

Un missile lanciato dallo Yemen non è stato intercettato dalle difese israeliane, cadendo in un parco giochi nella zona di Giaffa a Tel Aviv. Almeno venti persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetro e portate in ospedale. Hezam al-Asad, esponente dell’ufficio politico dei ribelli yemeniti Houthi, ha commentato su X: “Il fallimento di tutti i sistemi di difesa israeliani significa che il cuore del nemico sionista non è più sicuro”.”Non c’è più alcuna utilità per i sistemi di intercettazione che costano miliardi di dollari”, ha aggiunto, assicurando che “le operazioni militari yemenite si stanno intensificando nel profondo del nemico sionista”. “Le nostre operazioni militari sono legali – ha concluso – e hanno lo scopo di fermare l’aggressione contro i nostri bambini a Gaza”.

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