Nelle comunicazioni alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio Europeo di domani e del 20 dicembre, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito con forza la posizione dell’Italia in un contesto internazionale complesso, rispondendo alle critiche dell’opposizione e delineando le priorità del governo su temi come politica estera, sicurezza, immigrazione e difesa economica. La seduta si è svolta in un clima teso, con scintille che hanno caratterizzato il confronto. Il Primo Ministro non ha risparmiato stoccate al Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle, accusandoli di “tifare contro l’Italia” e ha ironizzato sulle critiche ricevute: “Le vostre macumbe non funzionano”. Sul tema degli stipendi dei ministri, ha replicato così ai pentastellati: “Non accetto lezioni da chi ha dato 300mila euro a Grillo”. Ha poi attaccato le scelte passate dell’opposizione, citando il caso Stellantis e accusando i governi precedenti di non aver difeso adeguatamente gli interessi nazionali nelle crisi industriali.
L’Italia e il ruolo europeo
Entrando nello specifico, il Premier nel corso del suo intervento ha sottolineato come il primo Consiglio europeo della nuova legislatura sarà caratterizzato dalla guida del neo-presidente Antonio Costa, con l’obiettivo di rendere i lavori “più snelli e concreti”, evitando inutili lungaggini sui dettagli per concentrarsi su questioni strategiche. A questo proposito, ha rivendicato il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Commissione europea, con la nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo, un incarico che – secondo Meloni – “non è solo un titolo onorifico, ma uno strumento concreto”. Un risultato, ha sottolineato, che conferma la capacità del governo di “far valere le ragioni dell’Italia” in settori chiave come l’agricoltura, i trasporti e il turismo. “Abbiamo superato la deriva ideologica che per troppo tempo ha penalizzato Bruxelles”, ha detto Meloni, rivendicando il pragmatismo dell’Italia nel contesto europeo. Il Primo Ministro ha anche evidenziato l’importanza di consolidare l’immagine di un’Italia stabile, un valore strategico per attrarre investimenti e contrastare la fuga di cervelli, fenomeno che il governo intende arginare attraverso “un nuovo sogno gratificante in patria”.
Politica estera
Uno dei punti più discussi è stato il rapporto con gli Stati Uniti e l’approccio nei confronti di Donald Trump. Meloni ha criticato l’opposizione per aver definito Trump un “nemico”, ritenendo sbagliato applicare la logica del conflitto in politica estera: “Quando si parla di Nazioni alleate è un filtro sbagliato, tipico di chi mette la difesa della propria fazione prima della difesa della propria Nazione”. Il Premier ha poi affrontato il tema della Siria, ribadendo che l’Italia “non appoggia il regime di Assad”, ma mantiene un approccio prudente, dialogando con la leadership siriana in collaborazione con i partner internazionali. Sul conflitto in Libano, Meloni ha sottolineato il ruolo dell’Italia nel garantire la tregua e supportare la stabilità del Paese, evidenziando la presenza dei militari italiani nell’operazione Unifil.
Immigrazione
Meloni ha parlato anche delle politiche migratorie, difendendo l’accordo con l’Albania per la gestione dei flussi. Il Presidente ha chiesto una revisione della direttiva rimpatri e un’accelerazione sulla definizione dei Paesi di origine sicuri, denunciando il rischio che alcune sentenze ideologiche possano compromettere le politiche europee sui rimpatri. Ha inoltre ribadito la centralità del Piano Mattei per l’Africa, definendolo un progetto “di interesse nazionale ed europeo” per costruire partenariati strategici con i Paesi africani.
Difesa
Meloni ha affrontato anche il delicato tema delle spese per la difesa, respingendo le critiche sul presunto aumento e ricordando come queste risorse siano fondamentali per garantire la sicurezza nazionale e la competitività dell’industria europea: “Chi si lamenta del potere degli Usa non può poi criticare gli investimenti per la difesa europea”. Secondo il Premier, è essenziale “rafforzare un pilastro europeo della Nato” e progredire rapidamente verso l’autonomia strategica del continente, promuovendo anche soluzioni innovative come l’emissione di obbligazioni europee per finanziare gli investimenti nella difesa.
Agricoltura
Tra i temi economici affrontati, Meloni ha discusso l’accordo Mercosur, esprimendo riserve qualora questo non garantisca “opportunità concrete di crescita” per il mondo agricolo europeo. Ha sottolineato l’importanza di “meccanismi di salvaguardia” per le filiere più esposte, ribadendo il sostegno al settore agricolo italiano contro quelle che ha definito “derive ideologiche”.
Dunque, in vista del Consiglio Europeo, Meloni ha delineato un quadro chiaro della politica del governo, incentrata su pragmatismo, difesa degli interessi nazionali e rinnovato protagonismo in Europa. Il Premier ha ribadito l’importanza di un’Italia stabile e centrale, pronta ad affrontare le sfide globali con determinazione e visione strategica. L’obiettivo è un’Europa che “torni alle origini del suo progetto”, capace di coniugare sviluppo, sicurezza e solidarietà, senza cedere a schemi ideologici che ne minano l’efficacia.