“Gli obiettivi di una pace complessiva, giusta e duratura per l’Ucraina e una sicurezza duratura in Europa sono inseparabili. L’Ucraina deve prevalere”. Lo si legge nel comunicato finale della ministeriale Esteri tra sei Paesi europei, tra cui l’Italia, svoltasi a Berlino. Per questo, continua il testo: “Continueremo a sostenere l’Ucraina nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, inclusa l’adesione alla Nato, e nel suo percorso verso l’adesione all’Unione Europea”.
Trump non sosterrà Kiev nella Nato ma Ucraina ben armata
Tuttavia, secondo il Wall Street Journal di ieri, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, incontrando a Parigi, lo scorso 7 dicembre Volodymyr Zelensky e Emmanuel Macron, avrebbe detto chiaramente che non sosterrà l’adesione dell’Ucraina alla Nato, anche se desidera vedere un’Ucraina forte e ben armata emergere da qualsiasi cessazione dei combattimenti.
Secondo Trump, l’Europa dovrebbe assumersi la maggior parte dell’onere di supportare Kiev con truppe adeguate a supervisionare un cessate il fuoco e con armamenti tali da scoraggiare la Russia. Non ha escluso il sostegno degli Stati Uniti all’accordo, ma ha chiarito che nessuna truppa statunitense sarebbe stata coinvolta. Trump ha anche spinto gli europei a fare di più per convincere i cinesi a fare pressione sul Cremlino affinché ponga fine al conflitto e i tre leader hanno valutato l’uso dei dazi come merce di scambio per convincere Pechino a intervenire come mediatore.
Rutte, “passare a una mentalità di guerra”
“Tra quattro o cinque anni la nostra capacità di deterrenza sarà indebolita a tal punto che i russi potrebbero iniziare a pensare di attaccarci”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte nel corso di un’intervista rilasciata all’ANSA. Per questo gli alleati, soprattutto in Europa, devono cambiare passo spendendo di più in difesa. E non si tratta solo di mezzi. Da un lato serve “più innovazione”, e dall’altro “c’è un problema con il numero di soldati attualmente disponibili”, spiega. “Marina e aviazione vanno bene ma servono più persone negli eserciti”, dice, sottolineando che su come fare è “una decisione nazionale”.
Macron e Tusk
discutono di invio di truppe Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro polacco Donald Tusk hanno ribadito a Varsavia il fatto che la pace in Ucraina non può essere raggiunta a spese degli ucraini e hanno discusso della possibilità di inviare truppe europee nel Paese, un mese prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. “Nessuno può discutere a nome degli ucraini le concessioni da fare, i punti da portare”, ha sottolineato Emmanuel Macron. Gli alleati europei dell’Ucraina temono che gli Stati Uniti si disimpegnino dal conflitto, o addirittura che facciano pressione per raggiungere un accordo a scapito di Kiev, una volta che Donald Trump si sarà insediato il 20 gennaio.
Italia, Prima arrivare a pace giusta
Da parte sua il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della ministeriale Esteri a Berlino, rispondendo ad una domanda su possibili missioni di peacekeeping, ha detto: “Dobbiamo innanzitutto arrivare ad una pace giusta. È prematuro parlare di qualsiasi iniziativa del giorno dopo. Valuteranno i capi di Stato, i capi di governo. Intanto vediamo cosa accade. Se e quando si concluderà la guerra. L’importante è lavorare Europa e Stati Uniti insieme e con l’Ucraina per raggiungere una pace giusta che non significhi una resa dell’Ucraina”.
Sulla stessa linea il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando alla festa di Atreju al termine del dibattito sul palco.“Le nostre forze armate sono sempre state le prime a difendere in ogni contesto una pace raggiunta, saremmo onorati di farlo in qualunque parte del mondo ne avessero bisogno”, ha detto Crosetto, ma “è inutile parlare adesso di una cosa che tutti vorremmo, cioè la pace in Ucraina: è ancora lontana”.
Kiev: “Situazione difficile. Pace, non appeasement”
ll ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, ha fatto appello oggi ai suoi partner europei a rafforzare ulteriormente il suo Paese con mezzi diplomatici e militari, alla luce della “situazione attualmente molto difficile” sul campo di battaglia. I partner devono rafforzare Kiev “per far in modo che la Russia sia costretta alla pace”, ha dichiarato Sybiha. Anche perché “Putin conosce solo la forza”, ha aggiunto. L’Ucraina dice sì “alla pace, ma non all’appeasement”, ha concluso.