venerdì, 10 Gennaio, 2025
Attualità

Cerimonia riapertura Notre Dame, trilaterale all’Eliseo con Macron, Trump e Zelensky

Stretta di mano tra Trump-Zelensky. Putin firma un nuovo patto di difesa militare con la Bielorussia

Ieri, con una cerimonia ufficiale cominciata alle 19, l’iconica cattedrale francese di Notre Dame ha riaperto le sue porte dopo il devastante incendio dell’aprile del 2019 che quasi distrusse il monumento. Tra i presenti, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, la first lady americana Jill Biden e il principe britannico William, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, insieme a decine di personalità di Stato e di governo: 1.500 ospiti in tutto.

I media d’Oltralpe hanno parlato dello “spirito di Notre-Dame” che potrebbe facilitare incontri diplomatici cruciali ai massimi livelli, a cominciare da quello a sorpresa tra i leader di Washington e Kiev, con la ‘mediazione’ francese. Secondo i commentatori politici di Bfmtv, che hanno seguito gli eventi in diretta dall’Eliseo, c’è stato un “colpo di scena diplomatico”, “un evento senza precedenti”, che rappresenta un “successo” per il presidente Macron. L’agenda ufficiale prevedeva un bilaterale Macron-Trump dalle ore 16 e a seguire Macron-Zelensky. Il presidente ucraino si era detto “pronto” a un trilaterale Macron-Trump, ma il presidente americano eletto ha dato il suo accordo “solo poche ore prima” del suo arrivo all’Eliseo. Per questa ragione, secondo i commentatori, Trump è arrivato all’Eliseo con 45 minuti di ritardo.

Stretta di mano Trump-Zelensky

Il colloquio fra i tre leader è durato 35 minuti, dopo i quali che poi si sono mostrati insieme nel cortile dell’Eliseo dove c’è stato lo scambio dei saluti davanti alle telecamere e, soprattutto, una stretta di mano tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. I due si erano già incontrati lo scorso settembre a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu, per un colloquio alla Trump Tower che Zelensky definì “cordiale, buono e costruttivo”. E dopo la vittoria del 5 novembre, Zelensky aveva ribadito di voler lavorare “direttamente” con Trump e di essere aperto alle sue idee per mettere fine al conflitto.

Ma la stretta di mano di ieri potrebbe avere una grande rilevanza, considerato che Trump lo scorso giugno definìZelensky “il più grande piazzista tra tutti i politici”e ha più volteannunciato che con lui presidente smetteranno gli aiuti “infiniti” a Kiev, su cui Zelenski basa il suo piano. Inoltre, come è noto, il tycoon ha se fosse rimasto lui alla Casa Bianca il conflitto non sarebbe mai scoppiato, e che sarà in grado di mettere fine alla guerra in un giorno. Affermazioni che fanno temere agli ucraini che Trump possa fare concessioni a Mosca sulla loro pelle, permettendogli di mantenere le posizioni conquistate.

Zelensky: “Incontro positivo, Trump determinato”

Recandosi verso l’inizio della cerimonia a Notre Dame, il presidente ucraino, Vlodymyr Zelensky, ha commentato in un posto su Istagram: “Un incontro positivo e produttivo con il presidente Trump e il presidente Macron. Il presidente Trump èdeterminato, come sempre. Grazie per questo. Ringrazio anche il presidente Macron per aver organizzato questo incontro a Parigi. Hanno parlato del nostro popolo, della situazione sul campo di battaglia e di una pace giusta per l’Ucraina. Vogliamo tutti porre fine a questa guerra nel modo più rapido ed equo possibile. Hanno deciso di continuare a lavorare. La pace e’ possibile grazie alla forza!”.

Nuovo patto di difesa Mosca-Minsk

Il vertice tra Vladimir Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Minsk si è concluso ieri con la firma di un nuovo trattato per le garanzie di sicurezza reciproche. L’intesa, ha avvertito il capo del Cremlino, prevede che possano essere usate anche “le armi nucleari tattiche russe” schierate sul territorio bielorusso per rispondere ad attacchi che mettano in pericolo “la sovranità, l’indipendenza e l’ordine costituzionale” dei due Paesi.

La Russia si prepara inoltre a schierare in Bielorussia i missili balistici ipersonici Oreshnik “con l’aumento della produzione in serie di questi sistemi missilistici e contemporaneamente con la loro entrata in servizio nelle forze strategiche russe”, ha detto Putin. Lukashenko ha salutato “il livello senza precedenti dell’alleanza strategica e del coordinamento delle azioni in campo militare” con Mosca.

Schierare gli Orenshnik è “una dimostrazione della potenziale risposta allo schieramento di missili americani a raggio corto e intermedio in varie regioni”, ha spiegato il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov. “Trump e il suo entourage stanno mandando segnali contraddittori” ha aggiunto Ryabkov, come l’idea di arrivare “alla pace attraverso la forza”, che “non sono in linea con gli interessi nazionali della Russia”.

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