giovedì, 9 Gennaio, 2025
Attualità

Autonomia differenziata. Anaao Assomed: la Consulta avvalora i nostri dubbi, legge sbagliata che crea nelle cure disparità tra cittadini

Di Silverio: vengono meno i principi ispirati alla solidarietà e coesione sociale

Studiata la sentenza sulla Autonomia differenziata per Anaao Assomed il risultato è che la decisione dei giudici avvalora i dubbi della Associazione dei medici e dirigenti sanitari. “La sentenza della Consulta sulle questioni di costituzionalità relative alla legge sull’autonomia differenziata conferma i dubbi e le critiche che Anaao Assomed ha da subito avanzato”, osserva Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed. “La Consulta infatti afferma chiaramente”, prosegue Di Silverio, “che ogni provvedimento attuativo della Costituzione debba essere ispirato ai principi di solidarietà, cooperazione, unità, oltre che a quella coesione sociale, caposaldo mediatico del partito di maggioranza. E giudica imprescindibile l’intervento del Parlamento nel definire le necessarie motivazioni di ogni trasferimento, sotto il controllo della Consulta stessa per evitare di parcellizzare o differenziare diritti inalienabili come quello della salute”.

Legge rimandata

Per l’Associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani la decisione della Consulta è chiara e rimette in discussione i progetti del Governo. “Insomma, la legge 86/2024 è rimandata se non bocciata del tutto e affonda il tentativo delle Regioni che chiedono l’autonomia di gestire pezzi di Stato senza addurre alcuna motivazione, se non l’aneddotica, falsa, di una maggiore efficienza regionale. Come il federalismo in sanità dimostra con il corredo di diseguaglianze che ha prodotto”.

No al trasferimento di materie

“La sentenza”, prosegue l’Anaao Assomed, “inoltre ha ridotto il numero delle materie oggetto di autonomia, chiarito che si possono trasferire funzioni e non intere materie, ribadito che il punto cruciale sono i Leps, difficili da realizzare se rimane quella invarianza di risorse prevista dalla stessa legge. Specialmente nel sistema sanitario che ha visto fallire il primo vero esperimento di federalismo, ovvero la regionalizzazione delle cure. Potenziare il regionalismo in sanità significa rendere l’accesso alle cure, e i loro esiti, funzione del reddito e della residenza, per cui chi risiede in Regioni “forti” e avrà soldi si curerà, gli altri potranno solo aspettare in liste di attesa che ormai si misurano in anni. Sottraendo al diritto alla salute una dimensione nazionale con forti rischi per l’integrazione sociale e la stessa unità del Paese”.

Interrogarsi sull’utilità della scelta

“Invece di concentrarsi su come far passare l’idea che tutto sia rimasto invariato, e che la sentenza dia le istruzioni per l’uso dell’autonomia differenziata”, conclude Di Silverio, “il Governo farebbe meglio a interrogarsi seriamente sull’effettiva utilità di proseguire su una strada impervia, che fa male al Nord come al Sud moltiplicando il caos amministrativo. E dovrebbe anche abbandonare visioni secessioniste, e anticostituzionali, per intraprendere percorsi di condivisione di obiettivi ed esigenze, in una società che ha bisogno, oggi più di ieri, di maggiore coesione sociale e territoriale e certezza della esigibilità dei diritti”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

In Tunisia corsi di formazione per lavoratori edili che verranno in Italia

Anna Garofalo

“Balneare”, governi di lotte e di potere

Giampiero Catone

Minibond per ricerca su ambiente e sostenibilità

Antonio Gesualdi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.