Durante una riunione del Consiglio di sicurezza russo tenuta a settembre, Vladimir Putin ha annunciato che, alla luce degli “sviluppi dell’attuale situazione militare e politica”, era stata presa la decisione di “adattare le disposizioni del documento di pianificazione strategica alle realtà attuali” – in altre parole, di cambiare la dottrina nucleare della Russia.
Accelerazione dopo i missili Atacms
Per la verità una revisione della sopra citata dottrina era già in agenda, ma ha subito un’accelerazione dopo l’annuncio e il conseguente lancio di missili a lungo raggio degli Atacms statunitensi e successivamente di Storm Shadow di fabbricazione inglese. l’Ambasciatore russo a Londra ha dichiarato che La Russia ritiene la Gran Bretagna direttamente coinvolta nel conflitto. Inoltre si registra il lancio da un lanciatore mobile, avvenuto la scorsa notte di un missile balistico a media gittata con testate multiple RS 26 “Oreshnik” derivato da l’RS-26 “Rubezh” con bersaglio la città ucraina di Dnipro. Per la precisione il carico era costituito da sei testate MIRV (ossia capaci di modificare la rotta in fase di rientro nell’atmosfera) che contengono ciascuna altre sei testate ,armate con esplosivo convenzionale (nel caso specifico probabilmente prive di esplosivo) viaggerebbe a Mach 10 e non intercettabile e può essere armato con un carico nucleare. Inoltre la Russia ha interrotto le forniture di uranio agli Stati Uniti, una fornitura di cui gli USA necessitano per soddisfare il 25% del fabbisogno delle loro centrali nucleari.
La Russia e l’arma atomica
Questa la cronaca, e in questo quadro credo sia utile capire cosa prevede la nuova dottrina nucleare russa. Di fatto rende possibile una rappresaglia atomica anche nel caso di un attacco convenzionale e precisamente che “l’aggressione di qualsiasi Stato membro di una coalizione militare (blocco, alleanza) contro la Federazione Russa e (o) i suoi alleati sarà considerata come un’aggressione di questa coalizione (blocco, alleanza)”.Nel documento si spiega che la Federazione Russa si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione con armi convenzionali contro di essa e contro la Bielorussia da parte di uno Stato non nucleare ma sostenuto da una potenza nucleare. Non deve stupire il cambio di postura, che non è nuovo per che si occupa di queste materie. Durante la guerra fredda la stessa America, prevedeva l’uso dell’arma atomica (in Germania che sarebbe dovuta divenire il campo di battaglia) in quanto stimava che l’Armata Rossa, in caso di attacco convenzionale, in 48 h avrebbe conquistato gran parte dell’Europa stessa. Quindi si sono semplicemente invertiti i rapporti di forza in caso di attacco convenzionale, una inversione che sancisce la superiorità militare convenzionale della NATO sulla Russia.
La minaccia “critica”
Il documento, come tutti quelli in questa materia, è volutamente generico, ma c’è un passaggio fondamentale che non viene riportato dalla stampa. Nella precedente versione l’autorizzazione all’uso di queste armi era subordinato ad una minaccia “esistenziale”. Nel nuovo documento si parla di una minaccia “critica” agli interessi fondamentali della Russia e/o all’integrità del suo territorio. Cosa intendano i russi per minaccia critica non ci è dato sapere, proprio perchè questi documenti, come ho già detto, sono di prassi volutamente generici.
Escalation che né Washington né Mosca vogliono
Ma è questa la vera novità che potrebbe potenzialmente generare un’escalation. che nè Washington nè Mosca vogliono. A tal proposito altri due punti meritano una menzione il primo è quello rendere possibile l’uso di armi nucleari se vi sia una creazione di alleanze o il rafforzamento di alleanze in atto con un avvicinamento ai confini della Russia (il riferimento all’Ucraina è evidente). L’altro punto meritevole di attenzione è la possibilità dell’uso dell’arma atomica nel caso di esercitazioni militari congiunte ai confini con la Russia che costituisce un’intimidazione ad alcuni stati limitrofi come la Georgia.
I possibili scenari
Un altro elemento di rischio che di rado viene riportato è che non ci sono più le vecchie procedure di sicurezza sovietiche che prevedevano una serie di conferme e autorizzazioni. Oggi la decisone di lanciare di fatto spetta al Presidente Russo. Un fatto non di poco conto di cui nessuno parla e che trascende , in prospettiva futura, lo stesso Putin. Infine una riflessione che è sempre geo strategica e prettamente militare, anche se appartiene al campo degli scenari è che, dai documenti ufficiali dell’esercito USA, risulta che le forze armate americane si ipotizza che non siano preparate ad un conflitto termonucleare in Europa. Lo sono negli Stati Uniti, ma non qui. Da tutto quanto risulta evidente che alla base di tutte la azioni russe nel mondo, nelle forme più disparate (che vanno dal terrorismo cibernetico e non o alla presenza di milizie del GRU – ex Wagner nel mondo fino alla guerra vera e propria) hanno un solo scopo: fare della Russia un attore strategico mondiale riconosciuto e viste le risorse assai più limitate rispetto alla vecchia URSS, di cui è una pallida promanazione, lo strumento scelto è la minaccia nucleare.
*Paolo Falconio Consejo Rector de Honor e conferenziere de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)