Nel nostro Paese sono circa 26 mila gli agriturismi: “una risorsa per la valorizzazione delle aree interne e del turismo sostenibile”. Il vicepresidente di Confagricoltura Brondelli invita a “investire in nuove figure professionali come i manager turistici per i borghi”. “Gli agriturismi italiani offrono qualità, autenticità e sostenibilità, tre valori che fanno dell’Italia un’eccellenza unica al mondo, e si confermano un tassello strategico per il turismo sostenibile e la valorizzazione delle aree interne, un volàno per il Paese e una garanzia per lo sviluppo economico e sociale di borghi e territori rurali”. Lo ha detto Augusto Congionti, presidente nazionale di Agriturist, durante il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro”,organizzato alla Fattoria di Maiano, a Fiesole, dall’Associazione nazionale per l’Agriturismo, l’ambiente e il territorio.
Integrazione tra agricoltura e turismo
“Con oltre 26.000 aziende attive in Italia – ha spiegato Congionti – l’agriturismo rappresenta un esempio virtuoso di integrazione tra produzione agricola e turismo esperienziale. Le nostre strutture non si limitano all’accoglienza o alla ristorazione, ma offrono attività che valorizzano il territorio, come le fattorie didattiche, le fattorie sociali e la vendita diretta dei prodotti tipici. Questo è ciò che rende l’agriturismo unico nel panorama mondiale”. “Gli agriturismi italiani sono naturalmente sostenibili: molti utilizzano energie rinnovabili, come il fotovoltaico o le biomasse, e promuovono il recupero dei materiali nell’ambito della ristorazione. Siamo un modello per il turismo sostenibile e diffuso – ha continuato il presidente di Agriturist – ma per crescere abbiamo bisogno di un maggiore sostegno da parte delle istituzioni, soprattutto per semplificare le normative e ridurre gli ostacoli burocratici”.
Oltre 15 milioni di presenze
Il Rapporto 2024 sull’agriturismo italiano mostra dati di un settore “solido e reattivo”. Le aziende agrituristiche autorizzate hanno raggiunto un “uovo massimo storico” e allo stesso tempo, la domanda agrituristica ha recuperato completamente i valori pre-covid, superandoli sia in termini di arrivi (oltre 4 milioni) che di presenze (più di 15,5 milioni). La solidità del comparto si evince anche osservando la dimensione economico-produttiva delle aziende agrituristiche che, dai dati del settimo Censimento generale dell’agricoltura, risultano avere una SAU media di 25,3 ettari, circa due volte e mezzo maggiore rispetto a quella delle aziende agricole italiane nel complesso. Oltre che in termini economici, “l’offerta agrituristica appare sostenibile anche in termini sociali. L’agriturismo rappresenta la forma di diversificazione agricola più diffusa e capillarmente distribuita nelle aree rurali italiane, nelle zone svantaggiate, montane e nei piccoli centri.”
Ruolo sociale
Luca Brondelli, vicepresidente nazionale di Confagricoltura, ha invece sottolineato il ruolo sociale degli agriturismi. “Sono una risposta concreta allo spopolamento delle aree interne – ha detto – e alla salvaguardia del patrimonio culturale e architettonico delle campagne italiane. L’agriturismo non è solo un’opportunità economica, ma un presidio fondamentale per il territorio”. Brondelli ha poi analizzato i nuovi trend del turismo post-pandemia: “I turisti non si accontentano più di un soggiorno in un luogo suggestivo. Vogliono essere protagonisti, scoprire i processi produttivi, partecipare a degustazioni e immergersi nella vita rurale. Ecco perché stiamo investendo nella formazione di figure professionali capaci di soddisfare queste esigenze – ha detto il vicepresidente nazionale di Confagricoltura – come i manager turistici per i borghi, in collaborazione con università e centri di ricerca”.