Ancora una settimana, poi se i soldi non arriveranno sarà la chiusura per migliaia di imprese. È il conto alla rovescia di Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria, che sollecita l’arrivo della liquidità necessaria ai settori produttivi e lo snellimento totale delle procedure burocratiche. “La resistenza delle micro e piccole aziende industriali italiane non può durare oltre”, sottolinea Robiglio, “Eravamo già in grossa difficoltà due settimane or sono, figuriamoci adesso: senza la liquidità necessaria saranno in tanti a non poter più ripartire”. Oltre ai prestiti fino a 25mila euro per Robiglio è necessario verificare se l’erogazione immediata di liquidità alle micro e piccole attività professionali, non associate a Confindustria, arriverà in questi giorni.
L’attenzione delle pmi, però, si concentra sulle richieste fino a 800mila euro su cui c’è finalmente l’accordo Sace-Abi. Sono strumenti importanti sebbene non si possa più recuperare il tempo perduto. “Va preso atto che il governo ha lavorato soprattutto sulle garanzie ma tra queste e la liquidità c’è una bella differenza”, osserva Robiglio, “e la verità è che nostre aziende stanno morendo, e si tratta di settimane, se non di giorni.
Al di là delle garanzie, Confindustria aveva chiesto liquidità immediata, a costo zero e rimborsabile in 30 anni. Il presupposto è che gli imprenditori, nessuno escluso, non hanno alcuna responsabilità per questa pandemia. Sono stati dati invece solo 6 anni per la restituzione come un normale finanziamento bancario.
Robiglio si augura che si possa almeno allungare questa scadenza”. Bisogna poi sgombrare il campo, secondo l’esponente di Confindustria, dall’equivoco che siano state fatte regalìe alle imprese. “Qui di regalato non c’è nulla. Le imprese devono pagare il denaro che ricevono e devono poi anche restituirlo in tempi non del tutto agevoli”, fa presente il presidente Piccola Industria Confindustria, “per quanto riguarda lo snellimento delle procedure di accesso al credito è il sistema bancario ora che deve adottarle implementarle e calarle sulla propria organizzazione, e va tenuto i conto che gli stessi istituti per effetto del Covid-19 lavorano in smart working”. Sostegni e aiuti saranno ma chiave di volta per la sopravvivenza delle imprese ma per Confindustria, c’è da stabilire quali provvedimenti, in che tempi e con quali garanzie.
“Un sostegno a fondo perduto per le micro e piccole imprese sarebbe il massimo, senza dubbio”, osserva Robiglio, “ma basterebbe almeno garantire liquidità a costo zero e con una durata molto superiore ai 6 anni per la restituzione. Oggi la finanza serve per resistere e salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
Infine, sulla ripresa per aree territoriali Robiglio si rimette alla comunità scientifica. “Davanti a tutto ci sono la salute e la sicurezza delle persone, dei dipendenti e collaboratori”, sottolinea Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria, “tuttavia va tenuto in conto che il protrarsi della chiusura delle imprese aumenta in maniera esponenziale il numero di quelle che non riapriranno. Ci avviciniamo ad un’altra pandemia, quella della morìa di imprese che genererà centinaia di migliaia di occupati in meno.
Un’impresa che non produce e non esporta, specie se fa parte di filiere internazionali, è fortemente a rischio”.