domenica, 22 Dicembre, 2024
Società

Meloni: “Fitto in Europa è la vittoria di tutti gli italiani”

Ue, svolta nelle audizioni cambia la maggioranza: dentro Fratelli d’Italia, fuori i Verdi

La nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen prende forma, ma non senza scossoni. Il lungo e turbolento processo di audizioni e trattative politiche ha ridisegnato gli equilibri a sostegno della Presidente tedesca, con l’ingresso di Fratelli d’Italia e l’uscita dei Verdi dalla coalizione. Una nuova maggioranza prende corpo, spostandosi verso il Centrodestra, mentre all’interno del fronte socialista (S&D) la tensione è palpabile, con una resa dei conti rimandata. Il voto finale sulla nuova Commissione è atteso per mercoledì 27 novembre, quando il Parlamento europeo si esprimerà ufficialmente.

Fumata bianca

Ricapitolando, è arrivata mercoledì sera la tanto attesa fumata bianca sulla nuova Commissione europea guidata da von derLeyen. Il patto tra popolari (Ppe), socialisti (S&D) e liberali (Renew Europe) ha permesso di superare lo stallo che minacciava l’equilibrio della maggioranza europeista, garantendo la nomina dei Vicepresidenti esecutivi Raffaele Fitto e Teresa Ribera, protagonisti di un acceso scontro politico. L’intesa raggiunta si basa su un precario equilibrio politico tra le principali famiglie europeiste. Ma i Verdi e la Sinistra europea si sono dissociati dal patto, contestando il progressivo spostamento a Destra della coalizione. Uno spostamento accentuato dall’inclusione di Fratelli d’Italia (e dall’opposizione dei Verdi), che ha alimentato dubbi sulla tenuta della nuova maggioranza.

Fitto e Ribera, casus belli del confronto, rappresentano due poli opposti di un compromesso politico necessario per mantenere in piedi la Commissione. Il primo, esponente di Fratelli d’Italia, è stato sostenuto da Ppe, Renew e anche da parte dei socialisti, ma è stato osteggiato dai Verdi e da alcune delegazioni socialdemocratiche. Ribera, Socialista e vicepremier spagnola, ha invece dovuto affrontare pressioni dal Centrodestra, che ha imposto una clausola per le sue dimissioni in caso di accuse formali per la gestione delle alluvioni in Spagna.

Entusiasmo italiano

La nomina di Fitto a Vicepresidente esecutivo è stata accolta con entusiasmo dal governo italiano. Il Primo Ministro Giorgia Meloni ha definito la sua elezione “una vittoria di tutti gli italiani, non solo del governo o di una forza politica”. Fitto, che lascia il suo incarico ministeriale in Italia, si occuperà di portafogli strategici come agricoltura, pesca, trasporti e turismo, consolidando la centralità del nostro Paese nelle politiche europee. Il Premier ha rivendicato la nomina come un riconoscimento del rinnovato ruolo dell’Italia in Europa, sottolineando che il Paese torna ad essere protagonista nelle decisioni strategiche: Questo è un traguardo che rafforza la centralità dell’Italia e la sua voce in Europa”.

No ai nazionalismi

Nonostante l’accordo, le tensioni tra i socialisti e le altre forze politiche rimangono evidenti. Peppe Provenzano, Responsabile Esteri del Partito democratico, ha augurato buon lavoro a Fitto, ma ha chiarito che per il Pd non ci sarà alcuna apertura politica verso i nazionalismi: “Non possiamo accettare una Commissione che include forze contrarie ai valori progressisti”. I Verdi, che a luglio avevano sostenuto la rielezione di Von der Leyen, hanno espresso un netto rifiuto del nuovo assetto: “La Commissione Von derLeyen è passata in soli tre mesi da una coalizione di Centrosinistra a una di Centrodestra”, ha affermato la delegazione italiana dei Verdi, facendo presente che non voteranno il collegio dei commissari.

Il prossimo futuro

Se il voto confermerà la nuova Commissione, Ursula von derLeyen avrà superato una delle prove più difficili del suo mandato, ma il prezzo da pagare potrebbe essere alto. La nuova maggioranza, più spostata a Destra, rischia di compromettere le ambizioni progressiste e di alimentare tensioni politiche tra le diverse famiglie europee. Inoltre, la fragilità dell’accordo raggiunto evidenzia le difficoltà di governare un’Europa sempre più divisa.

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