A ottobre l’inflazione sale allo 0,9%, ma i prezzi di cibo e beni di prima necessità registrano aumenti significativi, costringendo le famiglie a tagliare i consumi. Nel mese di ottobre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), secondo ISTAT, al lordo dei tabacchi, ha registrato una variazione nulla su base mensile e un incremento dello 0,9% su base annua, rispetto al +0,7% del mese precedente. L’Istat, confermando la stima preliminare, ha sottolineato: “Ad ottobre l’inflazione risale a +0,9%, seppure in un quadro di stabilità congiunturale”.
L’andamento del carrello della spesa
Per quanto riguarda il cosiddetto carrello della spesa, che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona, i prezzi hanno registrato un’accelerazione su base annua, passando da +1,0% a +2%. Anche i prodotti ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati, passando da +0,5% a +1%. Tuttavia, l’Istat ha rivisto leggermente al ribasso la stima preliminare del carrello della spesa, precedentemente indicata al +2,2%.
Il commento di Assoutenti
Secondo Assoutenti, nonostante il tasso di inflazione generale si mantenga stabile sotto l’1%, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e del carrello della spesa costringe le famiglie a ridurre i consumi di cibo e bevande. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha dichiarato: “I rialzi che stanno interessando il comparto alimentare meritano la massima attenzione. I prezzi di beni alimentari e bevande analcoliche sono aumentati del +2,5% su base annua, con punte del +3,4% per i beni alimentari non lavorati”.
Tra i rincari più significativi segnalati, l’olio d’oliva ha registrato un aumento del +14,3%, il burro del +14,7%, e la verdura fresca del +9,4%, con punte del +12,6% per i pomodori. Anche il prezzo del caffè è aumentato, con un incremento dell’+11,8%. Melluso ha evidenziato che, a causa di questi aumenti, i consumi alimentari sono calati in volume complessivo di 1,6 miliardi di euro nel 2024, al netto dell’inflazione. “Per questo ribadiamo la necessità di interventi mirati a far scendere i listini, specie nel settore alimentare, e invertire il trend dei consumi che continua ad essere negativo”, ha concluso.
L’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori
Anche l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha sottolineato l’impatto dell’aumento dei prezzi, definendo l’autunno “caldo” sul fronte dell’inflazione. Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, “Dopo l’illusione ottica di settembre, quando l’inflazione era scesa solo perché erano calate le voci legate alle vacanze, ora i prezzi si surriscaldano nuovamente”. Dona ha evidenziato che l’aumento del carrello della spesa, passato da +1% di settembre a +2% di ottobre, è stato trainato dai prodotti alimentari, il cui tasso di crescita è raddoppiato in un solo mese, passando da +1,2% a +2,5%.
Dona ha inoltre calcolato l’impatto economico di questi rincari sulle famiglie. Per una coppia con due figli, l’aumento del costo della vita è pari a 265 euro su base annua, di cui 228 euro attribuiti a cibo e bevande analcoliche, e 247 euro complessivi per il carrello della spesa. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 221 euro, di cui 202 euro per cibo e bevande. Anche per una famiglia media, il costo per mangiare e bere è aumentato di 165 euro, mentre il carrello nel complesso pesa 172 euro in più.
Rimane la difficoltà sui prodotti alimentari
I dati confermano che, nonostante l’inflazione generale sia sotto controllo, l’aumento dei prezzi nel comparto alimentare sta incidendo in modo significativo sul bilancio delle famiglie, con ripercussioni sui consumi. Le associazioni dei consumatori chiedono dunque, come emerge dalle dichiarazioni, interventi mirati per contenere i rincari e sostenere le famiglie in un contesto di crescente difficoltà economica.