Per rafforzare il senso di appartenenza all’Europa la Commissione Europea ha deciso di promuovere l’assegnazione di un “marchio del patrimonio europeo” affidando al Ministero della cultura guidato da Alessandro Giuli il compito di selezionare il luogo italiano che potrà fregiarsi del marchio.
In verità le candidature pervenute non sono state moltissime, poco più che una decina.
Forse una delle motivazioni è che, al contrario di quanto accade per esempio nelle procedure che riguardano le candidature di capitale italiana della cultura (Agrigento nel 2025) o di quella di capitale italiana dell’arte contemporanea (titolo conquistato da Gibellina per il 2026) nel caso del marchio di patrimonio europeo invece non è prevista nessuna assegnazione di risorse finanziarie.
Le proposte pervenute sono molto differenti e sono quasi tutte promosse dai sindaci dei comuni nei cui territori si trovano i siti o dai dirigenti del Ministero della Cultura.
Ben tre sono luoghi resi noti dall’ultimo conflitto bellico.
Nel primo caso il promotore è il sindaco di Altamura (Bari) Vitantonio Petronella che ha avuto l’idea di candidare il Campo 65 ovvero il luogo di detenzione realizzato negli anni ’40 su un’area che all’epoca si estendeva per oltre trenta ettari.
Rimasto nella storia come il più grande campo di prigionia mai realizzato in Italia, nel dopoguerra venne utilizzato come centro di ospitalità per i profughi provenienti dalla Dalmazia, dal Friuli Venezia Giulia e dall’Istria in fuga dal regime jugoslavo del maresciallo Josip Tito.
Il secondo sito è promosso da Cecilia Francese sindaco di Battipaglia (Salerno). In questo caso si tratta dei luoghi che furono interessati dallo sbarco alleato durante l’operazione denominata Avalanche il 9 settembre del 1943. Nel tratto di costa salernitana sbarcarono del truppe anfibie della Quinta Armata al comando del generale Mark Clark.
Infine la terza ipotesi vede come promotrice il sindaco di Massa Marittima (Grosseto) Irene Marconi. Qui è invece il museo diffuso della memoria di Niccioleta, luogo simbolo che fu teatro dell’eccidio nazi-fascista durante il quale furono assassinati quasi ottanta minatori.
Nelle candidature figurano anche alcuni luoghi di culto.
Monsignor Renato Boccardo arcivescovo della diocesi di Spoleto e Norcia candida la Basilica di San Benedetto di Norcia mentre il direttore regionale dei Musei Nazionali del Lazio Elisabetta Scungio propone due monasteri di Subiaco (Roma), quello di Santa Scolastica voluto da San Benedetto da Norcia e quello di San Benedetto Sacro Speco che si erge su una parete del Monte Taleo nella grotta dove il santo aveva vissuto in contemplazione e penitenza.
Naturalmente non mancano i luoghi legati all’ambiente e al paesaggio.
Il sindaco di Postiglione (Salerno) Carmine Cennamo candida la Grotta di Sant’Elia mentre il sindaco di Chianciano Terme (Siena) Grazia Torelli propone la riserva naturale di Pietraporciana.
Più originale la proposta di Alessia Borroni sindaco di Seveso (Monza Brianza) con il Parco Naturale del Bosco delle Querce. In questo caso gli oltre quaranta ettari del parco includono le aree che, negli anni ’70, furono inquinate dalla nube tossica contenente diossina (che si sprigiono dall’industria chimica Icmesa di Meda).
Questo rappresenta certamente un luogo di rilevanza europea in quanto simbolo anche di altri siti dove si sono verificati grandi disastri ambientali e che hanno stimolato i paesi dell’Unione a intensificare le rispettive leggi sui temi dell’ecologia, del rispetto e della sostenibilità ambientale.
Infine il sindaco di Montelupo Fiorentino Simone Londi punta sulla ceramica famosa dai tempi antichi e il suo museo e il suo parco culturale, il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai candida il cinquecentesco Teatro Olimpico Capolavoro progettato dall’architetto Andrea Palladio mentre Alfonsina Russo direttore del Parco Archeologico del Colosseo sottopone l’area archeologica del Foro Romano e Palatino.
La commissione nominata dal ministro Giuli valuterà i vari dossier di candidatura e proporrà alla Commissione Europea il sito prescelto, già a partire dal mese di febbraio 2025.
In precedenza il marchio di patrimonio europeo è stato assegnato al comune di Sant’Anna di Stazzema, medaglia d’oro al valore militare, dove nel 1944 avvenne il tragico eccidio e dove nel 1996 su iniziativa del parlamentare Carlo Carli, già sottosegretario del ministero dei beni culturali, venne creato il parco della memoria.
Gli altri luoghi riconosciuti con il marchio di patrimonio europeo sono l’isola di Ventotene (Latina) dove nel periodo fascista vennero confinati personalità quali Luigi Longo, Sandro Pertini e Umberto Terracini che li scrissero il Manifesto di Ventotene, una prima carta che ipotizzava una federazione di stati europei.
Altri sito contraddistinti dal marchio di patrimonio europeo sono il museo ricavato nella casa natale di Alcide De Gasperi a Pieve Tesino (Trento), l’ottocentesco Forte di Cadine (Trento) e il parco archeologico di Ostia antica.i