L’Italia continua a lottare contro una piaga che si aggrava di anno in anno: la povertà. È un grido d’allarme quello lanciato dal rapporto annuale della Caritas, intitolato ‘Fili d’erba nelle crepe, risposte di speranza’, che evidenzia il persistere e l’aggravarsi della condizione di povertà nel Paese, con una crescente diffusione nelle regioni del Nord, un tempo considerate meno vulnerabili. Il documento fotografa una situazione che rischia di diventare strutturale, descrivendo un disagio sociale che colpisce famiglie, minori, lavoratori e anziani. Il rapporto evidenzia una “nuova questione settentrionale”: dal 2014 al 2023 il numero delle famiglie povere al Nord è quasi raddoppiato, passando da 506mila nuclei a circa un milione (+97,2%), superando per la prima volta le cifre del Sud e delle Isole. Si tratta di un incremento segna un netto arretramento sociale e indica come, anche nelle aree tradizionalmente più prospere, il rischio di povertà sia divenuto una realtà. Secondo i dati, oggi in Italia quasi una persona su dieci (9,7%) vive in una condizione di povertà assoluta, con oltre 5,6 milioni di poveri assoluti e 2,2 milioni di famiglie colpite.
Tra i fattori che hanno aggravato la situazione vi è la fine del reddito di cittadinanza, misura universale introdotta come lotta alla povertà, che ha imposto un ulteriore carico di lavoro alla rete Caritas. Solo nel 2023, i centri di ascolto Caritas hanno assistito quasi 270mila persone, segnando un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente. La Caritas, con i suoi oltre 3.000 centri distribuiti in tutte le diocesi italiane, ha evidenziato come il 12% delle famiglie in povertà assoluta registrate dall’Istat si sia rivolta ai loro servizi, con una crescita di assistiti del 41,6% dal 2015 a oggi.
Povertà minorile e educativa
Un altro dato allarmante riguarda la povertà minorile, che ha raggiunto livelli record: il 13,8% dei minori italiani vive in povertà assoluta. Sono oltre un milione i bambini e ragazzi in difficoltà economica, ovvero quasi un povero su quattro è un minore. La povertà educativa e la mancanza di opportunità sembrano perpetuarsi di generazione in generazione, con oltre il 34% degli adulti cresciuti in famiglie svantaggiate che si trovano oggi in difficoltà economiche, ben al di sopra della media europea del 20%. Un ulteriore segnale di allarme è rappresentato dai “lavoratori poveri”: in Italia, l’8% degli occupati vive in condizioni di povertà, una percentuale che schizza al 16,5% tra gli operai, mettendo in luce la fragilità di molti lavoratori nel far fronte alle spese di base. Anche il disagio psicologico e psichiatrico è in aumento: tra gli assistiti dalla Caritas, il numero di persone con depressione o malattie mentali è salito del 15,2% in un solo anno, riflettendo una condizione di malessere che colpisce una fascia crescente della popolazione.
La crisi economica non risparmia neppure gli anziani: dal 2022 al 2023, l’incidenza degli over 65 tra gli assistiti Caritas è cresciuta dal 12,1% al 13,4%, raggiungendo quasi 36mila persone. Gli anziani assistiti sono spesso soli e in condizioni di grave difficoltà, il che rende urgente un sistema di supporto per questa fascia di popolazione vulnerabile.
Cambio di passo
Davanti a una povertà che sembra ormai radicarsi come fenomeno strutturale, la Caritas chiede un cambiamento significativo nelle politiche sociali italiane, che possa garantire un supporto duraturo e inclusivo per tutti i cittadini. Le attuali barriere che impediscono l’accesso alle misure di sostegno e la mancanza di un’efficace rete di protezione sociale aggravano le difficoltà delle famiglie.