Per Amnesty International e Sport & Rights Alliance, la FIFA dovrebbe sospendere l’assegnazione all’Arabia Saudita come ospite della Coppa del Mondo 2034, a meno che non vengano attuate importanti riforme sui diritti umani prima del voto del prossimo mese. Durante il Congresso FIFA si voterà per approvare i Mondiali del 2030 e del 2034. Per il primo, la candidatura è condivisa tra Marocco, Spagna e Portogallo, mentre per il secondo l’unico candidato è l’Arabia Saudita. “L’assegnazione della Coppa del Mondo 2034 all’Arabia Saudita senza garanzie credibili di riforma porterà a costi umani reali e prevedibili – ha affermato Steve Cockburn di Amnesty – I tifosi subiranno discriminazioni, i lavoratori migranti saranno sfruttati e molti potrebbero morire”. “Stiamo adottando procedure di gara dettagliate per le edizioni del 2030 e del 2034 – ha commentato un portavoce della FIFA – Queste procedure seguono i precedenti processi di selezione per la Coppa del Mondo femminile 2023 in Australia e Nuova Zelanda, la Coppa del Mondo femminile 2026 negli Stati Uniti, Messico e Canada, e la Coppa del Mondo femminile 2027 in Brasile.” Una delle principali preoccupazioni riguarda la discriminazione contro le persone LGBTQ nel regno, nonostante Hammad Albalawi, responsabile della candidatura saudita, abbia dichiarato che tutte le persone saranno accolte senza discriminazioni. Cockburn ha sottolineato che l’Arabia Saudita necessiterà di molti lavoratori migranti per realizzare queste ambizioni, in un paese che non ha stabilito un salario minimo per i non cittadini né misure per prevenire le morti dei lavoratori. Il regno sta investendo miliardi per migliorare la sua immagine globale, passare da un paese noto per le rigide restrizioni religiose e le violazioni dei diritti umani a un polo turistico e di intrattenimento. Tuttavia, il mese scorso non è riuscita a ottenere un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.