Secondo fonti ben informate sul processo di selezione, il presidente eletto Donald Trump potrebbe nominare il senatore della Florida, Marco Rubio, come segretario di Stato. La politica estera è un ambito in cui esiste un significativo disaccordo filosofico all’interno della base del tycoon. Uno dei punti chiave della campagna presidenziale era stata l’adozione della dottrina “America First”, che prevede una riduzione degli aiuti esteri e un minore coinvolgimento degli USA nei conflitti internazionali. Rubio, sebbene sostenitore di Trump, è percepito come una scelta “meno MAGA”. La sua nomina richiederebbe un equilibrio tra l’attrattiva verso la base più isolazionista e un approccio meno dirompente alla politica estera. Membro del Comitato per le relazioni estere, Rubio è visto come una scelta che potrebbe soddisfare la base di Trump senza compromettere i rapporti con gli alleati internazionali. Un alleato del tycoon ha sottolineato che, nonostante Rubio sia più aggressivo del presidente e del vicepresidente designato, è in sintonia con Trump su questioni come le tariffe e la Cina, oltre ad aver votato contro l’ultimo finanziamento all’Ucraina. Durante l’ultima amministrazione Trump, il numero di diplomatici di alto rango era diminuito significativamente a causa delle dimissioni e del trasferimento di incarichi a persone di nomina politica. Trump aveva considerato Rubio come compagno di corsa prima di scegliere JD Vance, senatore dell’Ohio. Recentemente, il tycoon ha annunciato altre nomine: l’ex deputato Lee Zeldin come amministratore dell’Environmental Protection Agency, il deputato Mike Waltz come consigliere per la sicurezza nazionale, Susie Wiles come capo dello staff della Casa Bianca e Tom Homan come “zar di confine”.