“Non penso che questa posizione sia realistica oggi, e il nostro dovere è essere realisti”. Ha risposto così il nuovo ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar a una domanda dei giornalisti sulla creazione di uno stato palestinese in cambio di una normalizzazione tra le relazioni diplomatica tra Israele e i paesi arabi.
Uno stato palestinese sarebbe uno “Stato di Hamas”, ha aggiunto Saar, il quale ha anche parlato di “alcuni progressi” verso il cessate il fuoco in Libano.
A questo cambio di rotta, che segue la cacciata di Gallant il giorno stesso in cui Trump ha vinto le elezioni, si è aggiunto il pittoresco ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, durante una riunione di Sionismo Religioso, il partito di estrema destra fondamentalista di cui è leader: dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, ha affermato, è “arrivato il momento di annettere la Cisgiordania”.
Piano Usa per amministrare la Striscia di Gaza presentato a Abu Mazen
Intanto però gli Stati Uniti hanno presentato al presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen una proposta sulla futura amministrazione della Striscia di Gaza con la partecipazione dell’Anp, ma non soggetta ad essa. Abu Mazen non ha ancora dato una risposta, ma intanto trapela, secondo Channel 12, che non sarebbe di suo gradimento. Durante un incontro a Ramallah, il sottosegretario di Stato Usa, Barbara Leaf, ha dato ad Abu Mazen quello che in gergo viene chiamato un “no paper”: il punto principale è la creazione di una ‘delegazione internazionale temporanea’ per breve tempo, che sarà chiamata dall’Anp ad assumere l’amministrazione di Gaza.
Hezbollah: “Non ci è arrivata alcuna proposta ufficiale di cessate il fuoco”
Dal Libano invece il portavoce di Hezbollah, Mohammed Afif, ha affermato di non aver ricevuto alcuna proposta ufficiale di cessate il fuoco e che il gruppo ha armi e rifornimenti sufficienti per combattere una lunga guerra con Israele. Afif sostiene che le forze israeliane non sono riuscite a mantenere il territorio dopo sei settimane dall’inizio dell’invasione via terra, sottolineando quello che ha definito il fallito tentativo israeliano della scorsa settimana di entrare nella città meridionale di Khiam: “Finché non si riesce a controllare le aree sul terreno, non si raggiungeranno i propri obiettivi politici” ha affermato. Israele, riferisce ancora il Times, afferma di non avere intenzione di occupare i villaggi libanesi per lunghi periodi o di spingersi più in profondità nel Libano.
Borrell: “Condanno i raid di Israele a Gaza, si parla di pulizia etnica”
Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, condanna “con forza l’ultimo attacco israeliano a Jabalia, a Gaza” che ha provocato “molte vittime civili”. “Le parole ‘pulizia etnica’ – scrive Borrell su X – sono sempre più usate per descrivere ciò che sta accadendo nel nord di Gaza. La realtà quotidiana degli sfollamenti forzati viola il diritto internazionale”.
“Anche l’uso della fame come arma di guerra è contrario al diritto internazionale umanitario” ricorda l’Alto rappresentante, aggiungendo che “secondo l’allarme dell’Ipc delle Nazioni Unite (classificazione delle fasi di sicurezza alimentare, ndr), c’è una forte probabilità che la carestia si diffonda nel nord di Gaza”. Borrell chiede che “questa catastrofe provocata dall’uomo” sia “evitata”.
“Israele, in quanto potenza occupante – aggiunge Borrell – ha l’obbligo di agire facendo entrare gli aiuti. Spetta alla comunità internazionale e ai principali alleati di Israele adottare misure urgenti per porre fine alle sofferenze dei palestinesi e liberare gli ostaggi. Come sottolineato nel rapporto dell’Ipc, l’azione di tutte le parti è necessaria entro pochi giorni e non settimane”.
Tajani: “Nuovi aiuti dall’Italia ai palestinesi, continua il programma Food for Gaza”
il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della presentazione dell’evento ‘Napoli capitale del Mediterraneo: sviluppi e prospettive’, che si terrà in occasione del 50° anniversario dalla fondazione del Corpo Consolare di Napoli ha ribadito che il programma italiano ‘Food for Gaza’ “funziona perchè ha l’appoggio sia dell’autorità palestinese che degli israeliani e ci avvaliamo della collaborazione del regno di Giordania” ha detto. “Ieri sera – ha spiegato il ministro degli Esteri – ho parlato con Cindy Hensley McCain, che guida il World Food Programme, la struttura delle Nazioni Unite che sfruttiamo per portare beni alimentari. A breve partiranno 15 tir di aiuti da Genova, che si fermeranno a Ravenna per arrivare in Israele ma nel frattempo manderemo altro materiale per via aerea, materiale sanitario e alimentare”.
Tel Aviv ai connazionali: “Non andate giovedì alla partita Francia-Israele”
Il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano esorta i connazionali a non andare giovedì a Parigi per la partita Francia-Israele, nel timore di disordini e violenze simili a quelli avvenuti nei giorni scorsi ad Amsterdam. In una nota si legge: “Il Consiglio di Sicurezza Nazionale raccomanda agli israeliani all’estero di prendere precauzioni (…) in particolare la prossima settimana, di evitare di recarsi a eventi sportivi e culturali che coinvolgano gli israeliani, in particolare l’imminente partita della nazionale israeliana a Parigi”.