martedì, 3 Dicembre, 2024
Esteri

Israele tentato dal cessate il fuoco, Washington potrebbe non porre più veti all’Onu

Netanyahu: "Parlato tre volte con Trump". Hamas: "Almeno trenta morti negli ultimi raid dell'Idf". Bombe Usa su basi Houthi in Yemen

Israele sta prendendo per la prima volta dall’inizio della guerra seriamente in considerazione la possibilità di un accordo di cessate il fuoco breve con Hezbollah. Secondo Channel 12. l’iniziativa del governo israeliano è legata a un contesto di profonda preoccupazione per la possibile decisione del Consiglio di sicurezza Onu che potrebbe limitare le operazioni dell’Idf, e sono già in corso colloqui attraverso canali diplomatici. Alti funzionari a Gerusalemme esprimono il timore che gli Usa questa volta si asterranno dall’usare il loro potere di veto per proteggere gli interessi israeliani nel consiglio di sicurezza.

Israele autorizza l’ingresso a Gaza di 200 camion di aiuti

Le autorità israeliane hanno riaperto il valico di Kerem Shalom, chiuso venerdì e sabato, e hanno autorizzato l’ingresso a Gaza di 200 camion di aiuti umanitari. Lo ha riferito una fonte qualificata della Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai Meridionale, precisando che stamattina erano passati almeno 80 camion, tra cui 10 autocisterne di carburante (quattro di diesel, altrettante di gas e due di benzina). “Attendiamo che il resto dei camion entri oggi o domani” ha detto la fonte in mattinata.

In centinaia manifestano a Tel Aviv, a 400 giorni dal sequestro degli ostaggi

Un enorme cartello con la scritta “Perché sono ancora a Gaza? 400 giorni” pende dal cavalcavia pedonale fino al livello della strada. Grandi cartelli di cartone bianco per strada recitano: “400 giorni – la vergogna di Netanyahu”. Centinaia di persone si sono radunate a Tel Aviv, fuori dal quartier generale dell’Idf, per chiedere un accordo sugli ostaggi, mentre le famiglie dei prigionieri detenuti a Gaza segnano i 400 giorni da quando i loro cari sono stati rapiti. La manifestazione di questo fine settimana su Begin Road è la prima da quando sono scoppiate le proteste martedì, dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha estromesso il ministro della Difesa Yoav Gallant, che era considerato un sostenitore di un accordo sugli ostaggi.

Netanyahu ha ammesso che c’era Israele dietro l’attacco ai cercapersone

“L’operazione cercapersone (beeper) e l’eliminazione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah sono state eseguite nonostante l’opposizione di alti funzionari dell’apparato di difesa e dei loro responsabili nel livello politico” ha detto Netanyahu, in una frecciatina non molto obliqua ai capi dell’Idf e dell’intelligence e al suo ex ministro della Difesa, recentemente licenziato, Yoav Gallant. È così che, inavvertitamente, il primo ministro ha ammesso, durante la riunione di governo di domenica, che dietro gli attacchi con cercapersone e walkie-talkie contro Hezbollah a settembre c’era Israele. Israele non si era finora pubblicamente assunta la responsabilità dell’attacco, in cui migliaia di cercapersone sono esplosi contro i loro possessori in Libano e in alcune parti della Siria, il 16 settembre scorso.

Netanyahu: “Ho parlato tre volte con Trump, vediamo la minaccia iraniana”

“Negli ultimi giorni ho parlato tre volte con il presidente eletto Donald Trump. Sono state conversazioni belle e molto importanti. Colloqui volti a rafforzare ulteriormente la forte alleanza tra Israele e Stati Uniti. Vediamo faccia a faccia la minaccia iraniana in tutte le sue componenti e il pericolo che essa comporta. Vediamo anche le grandi opportunità davanti a Israele, nel campo della pace e della sua espansione” ha detto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu in un video pubblicato dal suo ufficio.

Pentagono, attacchi aerei Usa a basi Houthi nello Yemen

Il Pentagono ha dichiarato che aerei da guerra statunitensi hanno messo a segno diversi attacchi sabato sera contro strutture di stoccaggio di armi degli Huthi nello Yemen e imbarcazioni militari e civili nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. In precedenza i media yemeniti avevano riferito che gli Usa e il Regno Unito avevano lanciato attacchi contro obiettivi Houthi nello Yemen. Secondo il canale Al Masirah Tv gli attacchi hanno avuto luogo nelle aree di Jarban e Al-Hafa, nella provincia di Sana’a, così come nel distretto di Sufyan. Anche i quotidiani israeliani The Times of Israel e The Jerusalem Post hanno riferito nella prime ore di oggi di attacchi statunitensi e britannici a Sana’a, nel governatorato di Amran e in altre aree. L’agenzia di stampa iraniana IRNA ha fatto eco alle notizie sugli attacchi, citando che l’offensiva ha preso di mira aree nello Yemen di Al-Hudaydah, in particolare un villaggio nella citta’ di Al-Jarrahi

Almeno 23 morti a nord di Beirut

Almeno 23 persone, tra cui sette bambini, sono state uccise oggi in un attacco israeliano contro una località a nord di Beirut. Lo ha annunciato il Ministero della Salute. “L’attacco del nemico israeliano contro Aalmat nella zona di Jbeil ha causato 23 morti, tra cui sette bambini, e sei feriti” ha precisato il Ministero, aggiungendo che il bilancio potrebbe ancora aumentare, poiché “resti umani” sono stati rimossi dalle macerie.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Commercio: nuovo accordo sul libero scambio tra Ucraina e Canada

Cristina Gambini

Accordo Usa-Mauritania per la cooperazione nel settore dello sfruttamento minerario

Cristina Gambini

Usa 2024: nessun endorsement da parte dell’ex Presidente George W. Bush

Paolo Fruncillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.