Sempre più giovani italiani scelgono di lasciare il Paese per cercare fortuna all’estero. Non si tratta solo di una fuga di cervelli, ma di un esodo verso un futuro che appare più roseo e ricco di opportunità rispetto a quello percepito in Italia, in particolare nelle regioni del Nord. È quanto emerge da un’indagine della Fondazione Nord Est, che analizza le motivazioni, le aspettative e le opinioni dei giovani italiani espatriati rispetto ai loro coetanei rimasti in Italia. Il confronto tra chi è rimasto e chi è andato via rivela una differenza sostanziale nella visione del futuro. Quasi nove giovani espatriati su dieci credono che il proprio destino sia frutto del loro impegno e sette su dieci guardano al domani come a un’opportunità ricca e felice. Inoltre, due su tre sono convinti che il futuro sarà migliore. Al contrario, tra i giovani che hanno deciso di rimanere al Nord Italia, la fiducia è decisamente più bassa: meno di sei su dieci pensano che il futuro dipenda dal loro impegno, e appena cinque su dieci lo immaginano felice, mentre solo tre su dieci credono che sia ricco di opportunità.
Le differenze emergono anche nelle percezioni dell’incertezza e della paura per il futuro. Il 30% dei giovani rimasti al Nord vede il domani con timore, contro il 20% degli espatriati. Tra i residenti in Italia, inoltre, due su dieci ritengono che il futuro sarà povero e senza lavoro, un timore condiviso da meno di uno su dieci tra i giovani che vivono all’estero.
Meritocrazia e opportunità
Uno dei motivi principali per cui i giovani italiani scelgono di emigrare è la ricerca di una società più meritocratica. L’85% dei giovani espatriati ritiene che la meritocrazia in Italia sia inferiore rispetto ai Paesi in cui vivono, contro il 54% di chi è rimasto. Questo dato riflette la frustrazione dei giovani italiani nei confronti di un sistema lavorativo percepito come statico e basato più su contatti e favoritismi che sul valore individuale. Quasi il 70% dei giovani expat ha lasciato l’Italia per motivi legati al lavoro o agli studi, cercando migliori opportunità, stipendi più alti e percorsi di formazione avanzati. Un altro 25% ha deciso di partire per trovare una qualità della vita superiore o un ambiente più in linea con i propri valori. Solo il 6% è espatriato per ragioni familiari, un segnale forte di come il desiderio di realizzazione personale e professionale sia diventato centrale nelle scelte di vita dei giovani italiani.
Nonostante la nostalgia e l’affetto per il proprio Paese, pochi giovani expat vedono un possibile rientro in Italia nel loro futuro. Appena il 16% degli intervistati immagina di tornare entro tre anni, e la maggior parte di questi lo farebbe per motivi personali o familiari. Solo il 7% considera il ritorno per un’occasione di lavoro, segno che il mercato italiano non riesce ancora a offrire condizioni competitive rispetto all’estero. Per metà dei giovani espatriati, invece, la priorità è quella di seguire le migliori opportunità professionali, ovunque esse si trovino, mentre uno su tre è convinto di rimanere all’estero.
L’Italia vista da lontano
L’indagine di Fondazione Nord Est evidenzia anche il pessimismo dei giovani italiani all’estero riguardo al futuro dell’Italia. Il 59% degli expat ritiene che la situazione del Paese evolverà negativamente, una visione condivisa dal 48% di chi è rimasto. In compenso, i giovani espatriati nutrono maggiore fiducia nell’Europa: il 37% di loro crede che il futuro dell’Unione Europea sarà positivo, contro il 24% dei loro coetanei residenti nel Nord Italia.