Un uomo è stato ucciso e una donna di 58 anni è rimasta ferita in seguito a un attacco russo nella notte a Kherson. A Kiev, danni, incendi e due feriti in sei distretti sono stati provocati da detriti di droni russi che ieri notte sono stati lanciati contro la capitale ucraina, secondo quanto riportato dall’amministrazione militare della città su Telegram. Nel distretto di Holosiiv, ci sono stati danni ad un appartamento in un edificio residenziale e “una persona ha avuto bisogno di aiuto medico”, riferiscono le autorità. In un’area di garage e una stazione di servizio è scoppiato un incendio che è stato spento. Nel distretto di Pechersk, si è verificato un incendio in un ristorante al 33esimo piano di un edificio residenziale, anch’esso domato senza causare vittime. Nel distretto di Solomyansk è scoppiato un incendio in un magazzino sul territorio di un’azienda e una persona è rimasta ferita. Nello stesso settore, detriti sono caduti su un centro medico provocando un incendio che è stato spento, così come su un altro edificio non residenziale. Nel distretto di Podil, un edificio residenziale ha preso fuoco, mentre nel distretto di Obolon l’attacco ha provocato un incendio sul tetto di un edificio di 6 piani di un centro direzionale, senza causare vittime. Infine, nel distretto di Darnycja i detriti dei sono caduti su un’area aperta e su un edificio residenziale, senza provocare incendi né vittime.
Grossi: la centrale nucleare di Zaporizhzhia resta sotto tiro
In un’intervista alla Stampa, il direttore dell’Agenzia atomica dell’Onu Rafael Grossi ha dichiarato: “La centrale di Zaporizhzhia resta in una zona caldissima del conflitto. Molti pensano che la situazione si sia stabilizzata, purtroppo non è così. In quell’area continuano gli scontri, così come i voli dei droni: lo stato di allerta resta massimo. Può accadere qualcosa in qualunque momento”.
Sulla possibilità che il ritorno di Trump alla Casa Bianca avvivini la pace fra Russia e Ucraina, Grossi afferma: “Occorre riconoscere che l’approccio dell’amministrazione repubblicana è sempre stato diverso da quella del governo Biden. Sarebbe poco corretto da parte mia tentare di immaginare cosa accadrà. Ma è evidente che ci saranno accenti diversi. La preoccupazione per la situazione è comune. Starà a noi articolare il processo: vado a Teheran per discutere di questo. La struttura istituzionale iraniana è complessa, il mio compito è capire il ruolo di ciascuno dei miei interlocutori istituzionali, e apparire efficace – aggiunge – Ho ascoltato volontà di cooperazione, attendo la prova di questa volontà”.
Georgia: Macron, Scholz e Tusk chiedono indagini su voto
I leader di Francia, Germania e Polonia hanno chiesto unitamente ieri che ci siano “indagini trasparenti” in Georgia sulle “numerose irregolarità” denunciate durante le elezioni legislative del 26 ottobre che hanno visto la vittoria del partito, al potere dal 2012, Sogno Georgiano, contestata dall’opposizione europeista del Paese, che ne denuncia la deriva autoritaria filo-russa, che vuole allontanare la Georgia dall’Unione Europea e dalla NATO. Lunedì sera migliaia di manifestanti si sono radunati davanti al Parlamento georgiano a Tbilisi, per la seconda volta dall’annuncio dei risultati che l’opposizione non riconosce.
“Se la Georgia non cambia rotta dimostrando sforzi concreti di riforma (…), non saremo in grado di sostenere l’apertura dei negoziati per la sua adesione all’Unione europea”, hanno affermato il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro polacco Donald Tusk in una dichiarazione congiunta prima del vertice informale di Budapest. “Sosteniamo le aspirazioni democratiche ed europee del popolo georgiano”, concludono.
Il Cremlino ha respinto le accuse di ingerenza, mentre Ue e Stati Uniti hanno denunciato “irregolarità” e chiesto indagini.
Zelensky al summit di Budapest, stretta di mano con Orban
Contemporaneamente anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivato ieri al vertice della Comunità politica europea in corso a Budapest. È stato accolto dal premier ungherese, Viktor Orban, con il quale si è stretto la mano davanti alle telecamere. “Parlo dopo la riunione”, ha spiegato ai cronisti il presidente ucraino. La sua presenza è una prassi alle riunioni della Comunità Politica europea anche, nel caso del vertice di Budapest, qualche dubbio sul suo arrivo era aleggiato viste le posizioni di Orban sulla guerra in Ucraina.
Michel: ‘Pericoloso mostrarsi deboli con Russia’
Gli risponde indirettamente il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, arrivando allo stadio Puskas di Budapest per il summit dell’Epc: “Sappiamo che, se siamo deboli nei confronti dei regimi autoritari, allora mettiamo a rischio l’ordine internazionale e mandiamo un segnale divulnerabilità, molto pericoloso, al resto del mondo. Ho fiducia nella società americana – aggiunge – gli americani sanno che è nel loro interesse mostrare fermezza, quando trattiamo con regimi autoritari. Se gli Usa sono deboli nei confronti della Russia, che cosa significa questo per la Cina?”. Secondo il ministro degli Esteri Serghei Lavrov la Russia è pronta ad “ascoltare con attenzione” eventuali “idee sensate” da parte dell’Unione europea su come mettere fine al conflitto in Ucraina. Ma finora sono arrivate solo “frasi magiche sulla esclusività della formula Zelensky, che porta ad un vicolo cieco”.
Nuove sanzioni Gb contro Russia, incluse aziende in Cina
Il Regno Unito ha annunciato oggi l’ennesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia in relazione alla guerra in Ucraina, descritto dai media come il più nutrito dell’ultimo anno e mezzo: sanzioni che arrivano all’indomani dell’elezione a presidente degli Usa di Donald Trump, visto finora come una voce critica sulla linea dura anti-Mosca, fortemente sostenuta in questi anni dall’alleato britannico sia sotto i governi conservatori sia sotto quello laburista attuale di Keir Starmer.