sabato, 21 Dicembre, 2024
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Nucleare, provocazioni e rischi. La Corea del Nord cerca spazi tra le superpotenze

Parlare della Corea del Nord è un esercizio assai difficile e complesso principalmente per la scarsità delle informazioni che trapelano, dove tra l’altro sono pochissime le fonti attendibili. L’analisi quindi sarà breve e lascerà aperte molte domande. A farla assurgere all’onore della cronaca è stata la notizia dell’invio di 13.000/20.000 uomini in Russia, ma è bene ricordare che la stessa ha fornito oltre tre milioni di munizioni per artiglieria all’aggressore russo.

Ucraina e Occidente unite

Per l’Ucraina e per l’Occidente che la sostiene nella resistenza contro l’invasione russa il Paese asiatico sta diventando un vero e proprio problema. Se poi quelle truppe fossero impegnate nel territorio ucraino allora davvero si aprirebbe un vaso di Pandora che costituirebbe un’ulteriore fonte di forte preoccupazione anche in considerazione di ciò che accade alle latitudini dell’Indopacifico.

Corea del Nord e le grandi potenze

Prima di entrare nel merito vanno svolte alcune considerazion. In primis possiamo dire che la Corea del Nord sia stretta tra quattro grandi potenze, tre regionali che sono Cina, Russia e Giappone e una globale con forti interessi nell’area e che ovviamente sono gli Stati Uniti i quali nella Corea del Sud hanno una presenza fissa di 30.000 uomini e hanno installato un distaccamento dello US Space Command con ovvie funzioni di monitoraggio e non solo della Corea del Nord, ma anche della Cina. Quindi l’importanza della Corea del Nord è innanzitutto geografica. Un’importanza che assume grande rilievo proprio con la Cina il cui confine è costituito dal fiume Yalu. Quindi un confine “fragile” non essendovi rilievi montuosi a dividere i due Paesi.

Povertà e programma nucleare

Inoltre la Corea del Nord, facendo pagare un prezzo durissimo in termini di vera e propria denutrizione e povertà al suo popolo ha sviluppato un programma nucleare e ad oggi si stima abbia circa trenta testate atomiche. Lo status di Nazione con l’atomica la mette in una condizione di relativa sicurezza rispetto ad un intervento americano. Ma non è solo l’atomica a costituire un deterrente.

Gli USA e la politica distensiva

La sua posizione geografica la rende “desiderabile” anche dagli apparati americani. I tentativi di distensione fatti purtroppo sono falliti a causa della conditio preliminare ad ogni colloquio in tal senso posta Kim Jong Sung, ossia la fine dell’embargo e in ogni caso ad ogni vertice con gli Stati Uniti è seguito immediatamente un vertice con la Cina di Xi Jinping. Anche se i rapporti tra Cina e Corea del Nord sono più quelli dei tempi di Mao , proprio per il mutamento del modello di sviluppo cinese, i rapporti tra i due Paesi rimangono esiziali.

Chi aggira gli embarghi

Altra considerazione che va svolta è che una parte del PIL nord coreano deriva da attività illecite e la stessa attraverso questi canali consente l’arrivo di prodotti “sensibili” in Cina e oggi anche in Russia. In un mondo di sanzioni ed embarghi tecnologici una Nazione che può muoversi fuori dalla legalità internazionale può risultare assai utile.

Le due Coree

Quanto sopra a grandi linee per descrivere l’importanza di questa Nazione, ma a preoccupare ulteriormente è il recente cambio di postura di Pyongyang rispetto alla Corea del Sud. Innanzitutto la modifica costituzionale per cui i coreani del sud non sono più lo stesso popolo diviso da due sistemi , ma un popolo e una Nazione a sé e quindi un nemico in un conflitto congelato. Anche i simboli di questa passata unità sono stati distrutti come ad esempio il ponte della Riconciliazione. Inoltre, di recente (qualche mese fa) il sistema della propaganda di regime è andato offline proprio per adeguarsi a questa nuova postura. In ultimo sono state fatte saltare tutte le vie di comunicazione con la Corea del Sud. Questi fatti hanno suscitato molta preoccupazione tra gli analisti americani tanto da far ipotizzare agli stessi un possibile imminente attacco alla Corea del Sud.

Segnali di allarme

Evitando di sposare interpretazioni troppo catastrofiste è indubbio che queste azioni poste in essere sono qualcosa di diverso dalla mera provocazione e costituiscono un segnale d’allarme molto serio anche perché a parere dello scrivente quando la Corea del Nord si muoverà lo farà assieme alla Cina, la quale per inciso questo 3 novembre ha dato il via alla esercitazione Joint Sword 2024B per il blocco navale dell’Isola di Taiwan (data che appare non casuale viste le elezioni negli USA). In conclusione l’escalation in termini di tensione nell’Indopacifico costituisce uno scenario di guerra apocalittico che assorbe attenzione e risorse (anche a scapito della situazione ucraina) e lo sforzo delle diplomazie occidentali, in primis quella americana, per una composizione pacifica si scontra con le continue provocazioni della Cina e appunto il cambio di postura nord coreano.

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