giovedì, 21 Novembre, 2024
Esteri

La polizia israeliana apre un’indagine penale su ‘fatti gravi’ nell’ufficio di Netanyahu

USA: Hamas dice no a una tregua breve. Media: Netanyahu offrirà denaro e salvacondotti in cambio di ostaggi. Continuano gli attacchi contro ospedali a Gaza. 37 villaggi rasi al suolo in Libano

La polizia israeliana ha reso noto di aver aperto un’indagine penale, su “eventi che risalgono all’inizio della guerra”, secondo la quale funzionari dell’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, e in particolare il suo portavoce per la sicurezza, Eli Feldstein, avrebbero tentato di modificare o “disturbare” alcuni dei protocolli, delle trascrizioni di discussioni nel gabinetto di governo e persino delle conversazioni telefoniche sugli aggiornamenti di sicurezza con i ministri, guidati dal premier. Nell’ambito dell’inchiesta “sono state condotte una serie di attività investigative evidenti”. Per questo il tribunale di Rishon Lezion, in Israele, ha prolungato di altri sei giorni la custodia cautelare per il principale sospettato dello scandalo sulla fuga di documenti classificati pubblicati a settembre su due media europei già ribattezzato ‘Bibileaks’. Eli Feldstein, portavoce per la sicurezza del primo ministro Benyamin Netanyahu, rimarrà in custodia almeno fino a domenica prossima. In giornata si terranno anche le udienze per estendere la detenzione di altri due indagati, tra cui un ufficiale dell’Idf arrestato lunedì.

Netanyahu offrirà denaro e salvacondotti in cambio di ostaggi

Nel tentativo di garantire la liberazione degli ultimi 51 ostaggi che, secondo le stime di Tel Aviv, sono ancora vivi, il primo ministro israeliano è pronto a offrire ai loro rapitori “diversi milioni di dollari” per la liberazione di ogni ostaggio. Lo ha reso noto l’emittente Channel 12, secondo cui il premier è anche pronto a garantire, per i rapitori e per le loro famiglie che decideranno di deporre le armi e rilasciare gli ostaggi, un “passaggio sicuro” fuori da Gaza. Netanyahu, riporta l’emittente, ha impartito istruzioni in tal senso durante una consultazione sulla sicurezza tenutasi questa sera. Netanyahu avrebbe discusso pubblicamente questo piano il mese scorso, senza però ottenere alcun risultato.

No di Hamas alla tregua breve, dice il dipartimento di Stato Usa

Hamas ha infatti nuovamente respinto una proposta per un cessate il fuoco a breve termine e un accordo di rilascio degli ostaggi. Lo ha rivelato un comunicato diffuso dagli Stati Uniti, in occasione della telefonata tenuta domenica dal segretario di Stato Antony Blinken con il Ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty. L’Egitto aveva avanzato una proposta che avrebbe previsto un cessate il fuoco iniziale di 48 ore, durante le quali Hamas si sarebbe preparata al rilascio di quattro ostaggi israeliani nei successivi 10 giorni, hanno detto due diplomatici arabi al ‘Times of Israel’. I quattro ostaggi dovevano rientrare nella cosiddetta categoria umanitaria, ovvero dovevano essere donne, anziani o malati. In cambio, Israele avrebbe dovuto liberare circa 100 prigionieri palestinesi. Durante l’accordo di 12 giorni, Israele e Hamas avrebbero tenuto colloqui su un cessate il fuoco più duraturo. Ma, si legge nel comunicato statunitense, Blinken “ha notato che Hamas ha nuovamente rifiutato di rilasciare anche un numero limitato di ostaggi per garantire un cessate il fuoco e aiuti alla popolazione di Gaza”.

Artiglieria israeliana sull’ospedale Kamal Adwan, molti feriti

Prosegue intanto l’attacco israeliano con l’artiglieria sull’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza. “Ci sono molti feriti tra il personale medico e i pazienti. Il personale medico non è in grado di muoversi tra i reparti dell’ospedale e non è in grado di salvare i colleghi feriti. Sembra che sia stata presa la decisione di uccidere tutti i lavoratori che si sono rifiutati di evacuare l’ospedale”, afferma il ministero della Salute in merito alla struttura medica assediata nella città di Beit Lahiya.

Altri 20 morti a Beit Lahiya

Israele ha schierato i carri armati a Jabalia, Beit Hanoon e Beit Lahiya il 5 ottobre e ha ordinato a centinaia di migliaia di residenti di sgomberare e fuggire nel sud della Striscia. Da allora bombarda ogni giorno. Ieri, almeno 20 palestinesi sono stati uccisi da un attacco israeliano che ha preso di mira un edificio a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. I medici dicono che Israele aveva già colpito nelle ore precedenti la stessa località, uccidendo almeno 7 persone e distruggendo due case. Al Jazeera descrive un video che mostra i residenti che recuperano i corpi delle persone uccise, tra cui un bambino, da sotto le macerie della casa presa di mira.

Idf: da ottobre spazzate via 37 cittadine nel sud del Libano

L’agenzia di stampa ufficiale del governo libanese ha riferito che l’esercito israeliano ha distrutto decine di migliaia di case e 37 cittadine nel Libano meridionale da quando è iniziata l’offensiva di terra dell’Idf all’inizio di ottobre. “Come parte della campagna in particolare nel Libano del sud, l’Idf sta piazzando mine e demolendo interi quartieri di città e villaggi”, afferma l’agenzia di stampa. La scorsa settimana il Nyt ha riferito che riprese satellitari e video del Libano meridionale mostrano una distruzione diffusa in 6 villaggi lungo il confine con Israele, con oltre un migliaio di edifici danneggiati o distrutti.

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