Bicchiere mezzo vuoto per Confesercenti. Per la Confederazione i segni di debolezza dell’economia dimostrano che i consumi ancora languono e la ripresa si allontana. “L’economia italiana è in frenata, e a pochi giorni dalla diffusione del Documento Programmatico di Bilancio, i risultati di crescita indicati dal governo sembrano sempre più difficili da conseguire”, scrive la Confesercenti, “A pesare, la debolezza del contributo della spesa delle famiglie, che continua a crescere a ritmi troppo lenti ed incompatibili con variazioni del Pil pari o superiori all’1%. A sostenere il Pil, ancora una volta, è il turismo, grazie al buon andamento della stagione estiva, soprattutto grazie all’incremento dei visitatori provenienti dall’estero”.
Sul Pil calcolo al ribasso
Per Confesercenti pur assumendo, una variazione positiva del Pil nell’ultimo trimestre, fatto peraltro non scontato, l’incremento del Pil 2024 non supererà lo 0,5%, esattamente la metà del valore programmatico. “Anche il risultato atteso per il 2025 (+1,2%) appare ormai fuori portata, anche considerando che secondo nostre valutazioni la spinta impressa al Pil dalla legge di Bilancio sarà di appena due decimi di punto”.
Consumatori prudenti
Non va meglio per i consumi che è il vero tasto dolente sul quale insiste la Confederazione. “Continua a pesare la grande prudenza dei consumatori”, sottolinea la Confesercenti, “nei primi sei mesi dell’anno i consumi delle famiglie italiane sul territorio nazionale sono diminuiti in termini reali di 1,5 miliardi sullo stesso periodo del 2023 (-0,3%) e non si scorgono al momento segnali di accelerazione, con l’indicatore di fiducia che è tornato a scendere nel mese di ottobre (-0,9 punti su settembre)”.
Crescita solo dal turismo
La sola componente di aumento dei consumi nazionali, osserva la Confederazione, “continua a essere rappresentata dal turismo e dalla crescita dei flussi di turisti stranieri. Sulla base degli andamenti noti fino a tutto luglio, è infatti possibile stimare un aumento della spesa nominale dei non residenti nel 2024 dell’8,3% (+4,3 miliardi), con un peso sul totale dei consumi nazionali del 4,4% (4,1% nel 2023 e 4,1% nel 2019, prima della pandemia)”.
Spinta ai consumi la soluzione
L’osservazione detta la ci linea se per la Confesercenti si vuole cambiare indirizzo. “Con queste previsioni di Pil sarebbe deleterio non porre correttivi alla legge di bilancio così come è stata presentata ed ora in discussione. Senza una decisa spinta alla propensione dei consumi”, conclude la nota, “ben difficilmente si potranno raggiungere gli obiettivi indicati nel piano strutturale settennale di bilancio”.